Tribuna

Un bel piatto di verdure, toccasana d’estate

Nella stagione calda, oltre a nutrirsi di frutta e di pietanze leggere, in particolare liquide, per non appesantire la digestione e favorire il ricambio metabolico, molte persone si scoprono attratte dalle insalatone, che con la varietà di colori e forme di cui Madre natura ha dotato le verdure sono un alimento ricco di sali minerali, vitamine, fibre e povero di grassi, purché non si esageri nel condirle.

Per “verdura” comunemente si intende la gamma di prodotti commestibili della terra, che non siano frutta, quindi non solo quella in foglia meglio denominata “insalata” o “salata” (per il fatto che i nostri predecessori Romani gradivano insaporire le foglie crude con molto sale), ma anche gli ortaggi in genere, i “prodotti dell’orto”, dalla patata al pomodoro, dal peperone alla carota, dal cavolo ai fagiolini, dalle verze alle zucchine, e così via, con tutte le varietà locali.

Nelle cene con ospiti importanti è sconsigliato presentare verdure crude e in foglia per una serie di motivi, sia organizzativi per l’apparato che implicano spesso stridente con una mensa raffinata e sia perché non gradite da tutti i commensali, con il conseguente scompenso dell’armonia della tavolata.

Solo nei pranzi meno formali può arrivare in tavola l’insalatiera, munita di apposite posate, assolutamente non di metallo, meglio di materiale naturale come osso o legno o di policarbonato, che non è plastica.
Volendo osare offrire un “super misto”, nella presentazione va curata l’alternanza dei colori e ognuno è tenuto ad attingere le verdure più gradite senza scomporre l’insieme.
L’ideale dell’eleganza è fare arrivare tanti contenitori quante sono le verdure proposte, crude, calde, lessate, grigliate, arrostite.

Le crude non vanno mai presentate condite, altrimenti si bruciano. Per stare all’etichetta, si dovrebbe proporre ad ognuno olio, aceto, sale, pepe al momento e in appositi contenitori armonizzati al servizio della tavola, per poi far sparire il tutto.
È preferibile che le non crude siano “al naturale” o al massimo condite d’olio quanto basta per adattarsi a ogni gusto, evitando di utilizzare burro, cipolla e aglio, sapori non da tutti accettati.
In alternativa saranno apprezzate varie salsine preparate fresche e presentate in ciotole munite di cucchiaino, senza dimenticare piattini con spicchi di limone di fresco taglio.

Il Galateo immancabilmente offre consigli su “come si mangia”.
Si eviti di mescolare sottosopra tutta la verdura per amalgamarla con il condimento, di pestare rumorosamente e ripetutamente la posata, giacché più di tanto i rebbi non riescono a infilzare, e di spalancare smodatamente la bocca per infilarci ampie quantità. Qualora i pezzi fossero eccessivamente grandi (ad es. foglie di rucola o di altra insalata o fette di pomodoro), si possono tagliare con la forchetta, aiutandosi con un pezzo di pane, e mai utilizzare il coltello per sminuzzarle prima, cosa che a volte verrebbe spontanea e ho spessissimo visto fare, né per agevolare l’inforchettamento.
Non si beve vino mentre si gusta l’insalata, è sconsigliata anche l’acqua per evitare gonfiori addominali.

donna Maura
m.sacher@egnews.it


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