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Il Foreign Office ha convocato a Londra l'ambasciatore della Comunità Europea su istigazione del governo british e del suo primo ministro.

Il Foreign Office ha convocato a Londra l’ambasciatore della Comunità Europea su istigazione del governo British e del suo primo ministro.

È successo perché il presidente del Consiglio Europeo ha accusato la Gran Bretagna di avere imposto un blocco sulla esportazioni della azienda farmaceutica anglo-svedese AstraZeneca.

Il ministro degli esteri British Dominic Raab ha definito completamente falsa qualsiasi notizia riferita a divieti di esportazione di vaccini o componenti.

Per evitare giochetti e scherzi da humour anglosassone la Commissione Europea ha introdotto un mese fa un meccanismo di controllo e di eventuale blocco di dosi promesse e contrattate fuori dalla UE.

E così l’Italia ha fermato un lotto di 250000 dosi dirette in Australia. Questo gesto ha fatto infuriare i sudditi della regina Elisabetta di Windsor già inviperiti per la chiusura dei pub.

Astra Zeneca non consegna le quantità pattuite ma vende partite di vaccini a chi paga di più. Sono 34 milioni le dosi che hanno eluso finora i canali ufficiali.

Per adesso AstraZeneca ha consegnato solo il 10 % delle dosi pattuite. Sono usciti quantitativi di vaccino dallo stabilimento di Seneffe nei pressi di Bruxelles che non si sa dove siano finiti.

Oppure si sa: comprate dagli Usa e da altre nazioni a prezzo maggiorato.

E in Inghilterra perché se la vaccinazione dipende dalla produzione autarchica insulare il programma di vaccinazione verrebbe ritardato di mesi.

Per raggiungere l’immunità di gregge almeno il 75 % della popolazione deve aver fatto il vaccino.

Borios venne ricoverato in rianimazione dopo aver ribadito che l’immunità di gregge sarebbe arrivata per selezione naturale.

Il paffutello Borios Johnson stava per tirare le cuoia dopo aver affermato che il virus era poco più di un semplice raffreddore.

Le prime settimane del 2021 hanno visto una consistente diminuzione dell’export di cibo italiano verso il Regno Unito.

La causa sono le difficoltà logistiche legate alla nuova burocrazia doganale entrata in vigore a causa della brexit.

Il settore alimentare è il primo per volume di export del Made in Italy verso il Regno Unito.

La stima si aggira su un 35% in meno e un rischio per 3,5 miliardi di euro di esportazioni agroalimentari.

I prezzi dei prodotti italiani quali frutta e verdura hanno già subito forti rincari.

Umberto Faedi 


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Redazione

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