Stile e Società

Street food che pratico!

Il fenomeno del cibo di strada ha radici che risalgono al tempo dei Romani, soliti consumare il pasto di mezzogiorno, ma anche di primo mattino, in piedi e velocemente in posti di ristoro aperti in prossimità della strada, e diffuso in epoca contemporanea in molti paesi, occidentali e orientali.

Emergerebbe da un sondaggio on-line condotto Coldiretti che ben 35 milioni di italiani nel 2013 hanno consumato il cibo di strada, il che non vuol significare che la metà di connazionali ha letteralmente mangiato per strada, bensì ha acquistato alimenti pronti per il consumo.

La scelta è dovuta alla crisi economica o si tratta una alternativa ai prezzi dei ristoranti?
Secondo la Fipe, l’esigenza del risparmio si concilia con la voglia di mangiare fuori casa low cost, magari alla scoperta del territorio e dei suoi prodotti tipici, tanto meglio se si possono gustare proprio in strada passeggiando.

In verità il sondaggio Coldiretti mette in risalto che il cibo di strada viene preferito da quasi la metà dei vacanzieri, e ciò non suscita meraviglia, specie osservando gli stranieri ed i giovani. Se si deve scarpinare tutto il giorno, quando mai ci si siede in ristorante per un pranzo completo, col rischio di appesantire le forze fisiche?

In Italia è difficile che cibi pronti vengano venduti in chioschetti ambulanti.
C’era una volta lo snack bar dove si acquistava lo snack food, dalle caratteristiche culinarie variabili di regione in regione, pietanze a monoporzione, da consumare sul posto anche in piedi o da portare via per il pasto leggero della pausa lavorativa oppure come intermezzo pomeridiano. Le tapas spagnole insegnano. Ora persino nei paesetti fioriscono locali con affaccio sulla strada che smerciano tranci di pizze o kebab.

Nei primi giorni di ottobre a Cesena si è svolta l’ottava edizione del Festival Internazionale del Cibo di Strada, l’evento biennale che trasforma il centro storico in una grande conviviale gastronomica, unendo culture vicine e lontane.
Una manifestazione nata proprio a Cesena nel 2000 e che fin da subito ha riscontrato uno straordinario successo, affermatosi come l’unico festival europeo dedicato a questo particolare filone del food.
Come al solito le numerose isole gastronomiche hanno proposto alle migliaia di visitatori (oltre 100mila quest’anno) i cibi di strada provenienti dalle più varie regioni italiane, da zone del Mediterraneo ma anche da Argentina, Perù, Venezuela, Messico, Giappone e India.
Un vero e proprio viaggio del mondo nello street food internazionale.

In fondo, le nuove generazioni si sono abituate alla mentalità del “mangiare veloce”, e caffetterie e bar si sono adeguati, preparando délicatesse da servire agli “aperitivi lunghi”.

Mangiare cibi per strada, oltre ai gelati e alle caldarroste, non è solo un ritorno all’antico, non è uno snobismo moderno né un’ideologia anticonformista o una necessità di alcune categorie di lavoratori, bensì deve essere riscoperto come un piacere, purché si rispetti il decoro.

Maura Sacher


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