La parola ai produttori

I vini di Sosol Ivan e quattro chiacchiere con Mariano per conoscerli meglio

Una giovanissima Azienda dalle radici profonde ma proiettata al futuro

Quando incontri la passione la riconosci subito ed è esattamente quello che è avvenuto con Mariano Sosol. L’ultima volta è stato come “compagno di banco” ad un seminario sui vini Georgiani, in cui abbiamo avuto modo di confrontarci ed apprezzare quello stile di vinificazione, ma avevo già fatto la sua conoscenza in occasione di una degustazione dei suoi vini a Roma.

La sua Azienda è molto più che giovane essendo nata nel 2019 a Oslavia nel Collio Goriziano in località Lenzuolo Bianco, che deve il nome alla grande guerra e al ricordo di un muro, rimasto il solitario testimone che sopravvisse ai bombardamenti su quel territorio di confine martoriato.

Magnifica zona naturale ricca di boschi e prati in cui si incastonano magnificamente le vigne, principalmente Friulano, Malvasia e Ribolla Gialla, quest’ultimo vitigno particolarmente adatto per la “Ponca”, La tipologia di suolo locale che regala aromaticità al vitigno.

Per Mariano una piccola produzione di grande qualità, ottenuta grazie all’accurata selezione delle uve che avviene già in pianta. La grande tradizione di vini macerati propria di queste zone si riflette anche nella produzione di Sosol con il Pinot Grigio Macerato. Altra piccola produzione di qualità ed unica del suo genere, per questo vitigno che assume le sue caratteristiche di estrazione e colore grazie alla raccolta matura delle uve in macerazione prolungata di tre giorni.

L’amore per il proprio territorio si individua nei vini che ne diventano testimonial, come il “Sauvignonese” appellativo locale per un clone ottenuto dall’incontro di Sauvignon e Tokaj, oppure il Borjac, ottenuto da un’uvaggio di Malvasia, Ribolla e Chardonnay.

Questi solo alcuni dei vini della produzione Sosol Ivan, azienda in cui Mariano è l’artefice ma che nel figlio trova oggi il motore e l’entusiasmo. È lui a spingere una produzione che in soli 3 anni ha tirato fuori dei vini di grande interesse grazie alla voglia di sperimentare.

Il grande lavoro di Mariano è stato quello mantenere intatta la fiammella della passione per trasferirla al figlio, che a soli 21 anni ha già dimostrato grande propensione per la qualità che il Collio sa esprimere nelle sue differenti tecniche di vinificazione.

Vini rispettosi di esprimere al massimo le varietà vinificate senza inutili abbellimenti, conservando quella sensazione di autenticità e gusto che deriva dalla rinuncia ad inseguire modelli se non quelli del proprio territorio. Abbiamo scambiato due chiacchiere con Mariano da cui traspare tutto l’entusiasmo con cui lui ed Ivan hanno intrapreso questa strada:

Un’azienda giovanissima, ma che con i suoi vini ha già colpito nel segno. L’idea di tentare l’avventura della produzione di vini dove affonda le sue radici?

Le radici nascono negli anni 70  nelle aziende delle corrispettive famiglie  di nonno Pintar e del suocero Gravner  Milano. Seppur ancor giovane, 14 anni di età si lavorava in azienda come adulti, sempre considerando il periodo ed i mezzi a disposizione in quel periodo che erano gli anni tra il 1974 e il 1980.

Padre e figlio, due generazioni a confronto sul lavoro in una terra di personalità caratteriali forti e decise. Tra tradizione e innovazione bisogna trovare una visione comune, qual è l’apporto dell’esperienza e quello dell’intraprendenza giovanile e come si fondono nei vostri vini?

Esperienza, saggezza, riflessione della maturità unita alla forza, genialità ed intraprendenza del figlio che ammetto, ci vuole carattere per gestire i cavalli che sprigiona.

Tra le pratiche tradizionali della viticultura locale sicuramente c’è quella dei vini macerati. In questo senso quale sono le vostre fonti di ispirazione e i vostri modelli di vinificazione?

Facile la risposta , Oslavia territorio che si presta ed i produttori già presenti, non serve nominarli in quanto già affermati seppur diversi tra essi. Macerazione nulla di nuovo, ma è stato ripreso il lavoro che stavo già svolgendo nell’azienda del nonno nei miei anni giovanili prima dell’acquisto della prima pressa idraulica Willmes cesto in acciaio.

 

L’importanza del vitigno autoctono come esigenza di identità qui si esprime principalmente tra Ribolla Gialla, Friulano e Malvasia, quale tra questi “figli” è più rappresentativo nell’esprimere il territorio?

Sicuramente per la nostra località è la Ribolla Gialla, ma faccio presente che nel Collio l’uvaggio riconosciuto dalla disciplinare Doc Collio era riconosciuto con il blend delle uve di tocai malvasia e ribolla gialla.

L’apporto della “Ponca” suolo caratteristico del territorio, quale caratteristiche di riconoscibilità dona al profilo organolettico dei vini?

Da un apporto fondamentale ai vini prodotti nella zona di  Oslavia. Ponca = terra povera, bassa fertilità, ricca di minerali che evidenziano-differenziano i nostri vini di Oslavia senza nulla togliere ai vini del resto del Collio Goriziano.

Oltre a questi vini ci sono altre produzioni che state sviluppando e di cui siete particolarmente orgogliosi?

Vista la particolarità della zona ci sono dei piccoli appezzamenti predisposti per il Merlot e a dir poco i risultati ci rendono orgogliosi, soddisfatti e ripagati. Produzione circa 700 bottiglie per annata.

Sotto la tua guida attenta nonostante la giovane età e le poche vendemmie alle spalle,  tuo figlio Ivan  come dimostrano i suoi vini sembra avere già le idee chiare sulla direzione che vuole intraprendere.

Età molto giovane, esperienza buona in quanto presente, causa mia, da piccolissimo nell’azienda e come non dire che il rumore dei trattori non attrae i giovani. Da dire anche che ha e segue con molta attenzione anche l’azienda (affermata – Il carpino) dello zio. Pertanto la strada credo che sia segnata almeno in gran parte e la parte restante vada per la scoperta di nuove vie, perché non bisogna mai smettere di guardare avanti alla ricerca di nuove sfide.

Nel vostro progetto qual è il vino ideale a cui cercherete sempre di tendere?

Difficile dire quale vino è il vino ideale, lo sono tutti in quanto in essi si rispecchia il nostro territorio.   Troppo facile dire Ribolla Gialla, ogni vitigno nella sua posizione ottimale da la sua espressione ottimale.

Se non fossi un produttore del Collio, in quale territorio italiano o straniero vorresti sviluppare la tua passione di viticoltore e su quali vitigni?

Nessuno in particolar modo in quanto ci devi nascere, conoscere, capire ed interpretare il territorio e non improvvisare. Se dovessi scegliere in primis le zone alte, dove si producono uve da 400 metri di altitudine  Trentino /tirolo. Vitigno: Chardonnay-Pinot Nero. Come territorio estero la Georgia alla riscoperta delle origini della viticoltura e macerazione, vedi degustazione a Roma dei vini Georgiani, eccellenti, un mondo interessante da scoprire.

Come vi occupate del marketing e della comunicazione dei vostri vini e quanto della vostra produzione è destinata all’export?

Al momento, visto che l’imbottigliamento dell’annata 2021 è stato eseguito in maggio e solo ora i vini sono pronti per la commercializzazione, mi occupo io personalmente ma sono alla ricerca di eventuali distributori e venditori, ma che tengano presente della nostra piccola realtà economica e rurale. Abbiamo prodotto 9000 bottiglie per tutte le 5 varietà di vini. Estero al momento non siamo presenti ma abbiamo avuto dei contatti per il futuro.

Alla luce degli ultimi difficili anni quali provvedimenti pensi siano più utili da parte delle istituzioni per aiutare l’agricoltura in generale e nello specifico la viticoltura?

in questo momento gasolio a prezzo non di mercato, maggior sostegno per i giovani, rivalutazione dei prezzi dei prodotti agricoli, nel nostro caso uva, agevolazioni per la promozione del prodotto fiere, eventi in Italia ed estero.

Bruno Fulco

 

 

 

 

 

 

 

 


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