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Si vuole la botte piena e la moglie ubriaca?

Ci risiamo. L’andamento economico delle entrate e uscite valutato per categorie è come la classica coperta troppo corta per due, uno tira di qua, l’altro tira di là, e sempre si rimane scontenti. Ricerche e sondaggi, analisi di mercato, tabelle, proiezioni, valutazioni, deduzioni, previsioni si sprecano ad aggiornarci quasi quotidianamente. Ognuno tira l’acqua al proprio mulino.

Oracoli e veggenti puntuali annunciano quanto spenderemo per i pranzi di Pasqua, i Cenoni di Natale e Capodanno, quanta carne e di che tipo acquisteremo, se mangeremo a casa o in ristorante, quanti milioni (7 o 9 o 11?) di noi se ne andranno per le vacanze in montagna, al mare o all’estero, addirittura siamo informati quale è il budget medio di spesa di ciascuno nel periodo dei saldi. Alla fine i dati trasformati in cifre percentuali si infiocchettano con dei “più” e dei “meno” rispetto l’anno precedente, naturalmente con spiccate variazioni da fonte a fonte.

Davanti al pianto del settore turistico alberghiero, l’agriturismo gioisce che 5 milioni di italiani, e qualche milione di stranieri, preferiscono tale tipo di vacanza portando al settore, sempre più in crescita, miliardi di euro.
E avevamo già saputo che sempre meno Italiani comprano champagne, con spaventevole calo dell’importazione, in leggero calo anche le vendite interne di spumante, che invece gode del più che soddisfacente incremento dell’esportazione, mitico obiettivo la Cina.

Decrescono anche gli acquisti di prodotti confezionati e surgelati, specie se importati, mentre vanno alla grande quelli a peso e i freschi. Indottrinata sui costi e i rischi per l’ambiente, Co2 e compagnia bella, la gente cerca cibi il cui confezionamento implichi il minor impatto ambientale possibile e, avendo imparato a leggere le etichette, sceglie il made in Italy (lasciando volentieri sui banchi pomodori e peperoni olandesi). Inoltre, da non sottovalutare, sempre un maggior numero di consumatori per ragioni di salute opta per prodotti senza glutine, senza lattosio, senza grassi idrogenati e zuccheri aggiunti, non raffinati, ricchi di fibre naturali, dietetici.
Si devono sentire in colpa se fanno sballare le previsioni aziendali di crescita nel medio periodo?
A me pare sia il mercato a doversi adattare al consumatore e non viceversa!

Ultimo pianto: diminuiscono i consumi di alcolici tra gli under 35, non solo nelle discoteche ma a rischio di declino sono persino gli happy hour.
Già da tempo i ristoratori lamentano il minor consumo di vino tra gli avventori, che ci possiamo fare noi avventori e guidatori, a parte i salutisti convinti, se le pattuglie della stradale aspettano proprio dietro l’angolo del ristorante, e altrettanto delle discoteche? Per salvare le vendite dobbiamo perdere la patente?

Statistiche impressionanti denunciano le quantità di giovani che muoiono in incidenti stradali provocati da stati di ebbrezza, e anche di minorenni che il sabato sera si prendono sonore sbornie con il «binge drinking», è un grande problema sociale con ricadute sulle famiglie e sul sistema sanitario, tanto che intervengono spot e campagne antialcol a dissuadere.

Insomma, come si può avere la botte piena e la moglie ubriaca? Non si può, è saggezza popolare.

Maura Sacher


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