Curiosità

Samantha Di Laura, un’esperienza fra etica e finanza

L’Eubusiness dalla Sicilia alla conquista dei mercati nella sfida post Covid 19, per l’imprenditoria al femminile.

 

Nulla sarà più come prima. La pandemia, infatti, sta costringendo ad un cambio di passo ed è una straordinaria opportunità di evoluzione. Secondo un sondaggio pubblicato dal World Economic Forum, 9 cittadini su 10 auspicano di vivere in un mondo più sostenibile ed equo nel post Covid 19. Aziende, consumatori e istituzioni stanno modificando sempre più i propri modelli comportamentali adottando scelte maggiormente responsabili, in un percorso di continuo miglioramento verso un futuro sostenibile.

 

Samantha Di Laura,  manager cosmopolita, piemontese di mente e siciliana di cuore, Ceo e foundeur di Samantha Ethical Managment, un’imprenditrice del “terzo tipo”, come è stata definita,  ha messo al centro, l’etica e la sostenibilità, anticipando i tempi. “Mi è sempre stato chiaro – spiega Samantha Di Laura – che generando ricchezza non solo per l’impresa, ma anche per il territorio e la società, le aziende avrebbero avuto un futuro di sicuro successo. Oggi fare impresa significa rispetto: solo rispettando la natura e le persone si può costruire un business duraturo ed io lo chiamo eubusiness”.

 

E’ stata infatti una  visionaria quando nel 2015 ha creato a Menfi, in provincia di Agrigento, Samantha Ethical Managment, un’unità di business (prima si chiamava Scirocco come il soprannome che le aveva dato la madre da piccola) specializzata nella consulenza strategica etica nel settore delle piccole e medie imprese agricole. Dal business plan alla costruzione di una strategia di sviluppo sostenibile, passando per tutti i livelli intermedi, lo scopo di Samantha Di Laura è trasformare i produttori in imprenditori del terzo millennio e dare loro gli strumenti per costruire business sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Dentro la Sicilia, in Italia, oltre i confini nazionali.

 

“Oggi, la sfida per le aziende, è anticipare i cambiamenti – prosegue Di Laura – e evolvere velocemente come d’altronde è sempre accaduto  nella storia  dell’uomo e della società. Innovazione, digitalizzazione, nuovi modelli di business, innovazione di prodotto, formazione continua, attenzione alle persone e all’ambiente: solo le aziende che andranno in questa direzione sopravviveranno.  Dobbiamo fare un salto quantico culturale, economico e, soprattutto a queste latitudini, di mentalità”. Nel suo blog (www.samanthadilaura.com) aperto in questi giorni,  Samantha Di Laura, racconta di storie di cronaca finanziaria, come il caso Deliveroo,   una compagnia di consegna di cibo in rete fondata nel 2013 con sede a Londra che il 31 marzo di quest’anno ha fatto il suo ingresso in Borsa ed è stato un disastro perché una fetta significativa della finanza non accetta più un modello di business costruito senza welfare e copertura sanitaria per i dipendenti. Con la Sicilia sempre nel cuore, decide di compiere un viaggio inverso, rispetto ai percorsi professionali canonici. Dal nord economico, dal Piemonte e dalla Spagna allora in espansione, verso il sud dell’Italia. La Sicilia.

 

“Sono approdata a Menfi nell’estate del 2007 e ho deciso di vivere e lavorare in un territorio per me sconosciuto allora. L’ho cercato su Google Maps, quando a Siviglia mi arrivò una telefonata da Diego Planeta, allora presidente di Cantine Settesoli. Menfi, chi ne aveva mai sentito parlare?”. Con il ruolo di direttrice commerciale per la GDO, entra in  Settesoli, all’epoca la cooperativa vitivinicola più grande della Sicilia. Dopo otto anni, decide di creare Ethical Sales Managment, una direzione commerciale in outsourcing con un team tutto al femminile. Oggi, ha due unità di business ben distinte:  da una parte Scirocco Ethical Quality Foodche si occupa di produzione, commercializzazione e marketing innovativo, dall’altra Samantha Ethical Managment.

 

Con lungimiranza e  pragmatismo, Samantha Di Lauraha ha creato nella sua azienda le condizioni di crescita culturale e di accoglienza delle esigenze delle sue collaboratrici, alcune delle quali sono mamme, con  il progetto “Le scirocche stanno bene”, un programma volto a conciliare le esigenze personali di chi lavora in Scirocco con quelle professionali: dalla biblioteca in ufficio, alla possibilità di portare i bimbi con sé, passando per la giornata del lavoro anarchico ed altre iniziative, si fa in modo che benessere e risultati aziendali vadano di pari passo. Per il bene di tutti.


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