I Viaggi di Graspo

Roncà, storie di vitigni, musei, candidature e uomini

Roncà, storie di vitigni, musei, candidature e uomini

Roncà, storie di vitigni, musei, candidature e uomini

Il Sindaco Ruggeroni all’entrata del museo Paleontologico di Roncà

Cos’è un museo?

 Il consiglio internazionale dei musei all’art.2 definisce che:

“… il museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperto al pubblico, che compie ricerche sulle testimonianze materiali dell’Uomo e del suo ambiente e le acquisisce a fini di studio, di educazione e di diletto”.

Una definizione che se si adatta bene a tantissime realtà museali della nostra penisola diventa perfetta per il Museo Geo-Paleontologico di Roncà realizzato nel 1973 per iniziativa dell’Associazione Paleontologica Val d’Alpone Gruppo Val Nera e raccoglie oggi una  straordinaria collezione di alcune migliaia di fossili di vertebrati e invertebrati provenienti dalla zona di Roncà.

Una sala del museo i rettili

Un Museo nato con la finalità di educare, specialmente i giovani, all’amore per la natura e come straordinario mezzo di divulgazione delle conoscenze geologiche e paleontologiche di questo territorio unico. 

Roncà è infatti un grazioso e laborioso  piccolo paese situato quasi allo sbocco della Valle d’Alpone ai piedi dei Monti Lessini. 

E la Val d’Alpone con i suoi straordinari giacimenti fossiliferi paleogenici costituisce un territorio di enorme rilevanza scientifica a livello globale.

Giancarlo Tessari nella sala del Prototherium

L’eccezionale importanza dei fossili presenti all’interno delle rocce sedimentarie dell’Eocene e, più in generale, la storia geologica dell’area fanno sì che la Valle d’Alpone sia sede di numerosi giacimenti paleontologici dell’Eocene tra cui quelli di Bolca, Roncà e San Giovanni Ilarione, da molti secoli oggetto di scavo e di studio.

Tali giacimenti, seppur diversi tra loro, consentono una ricostruzione ampia e completa delle variazioni biologiche, climatiche, ambientali e geologiche che hanno caratterizzato l’Eocene.

I crù del Lessini Durello

Un valore unico testimoniato anche dalla candidatura come patrimonio dell’Unesco della Val d’Alpone che si individua nel criterio di “costituire una testimonianza straordinaria dei principali periodi dell’evoluzione della terra, comprese le testimonianze di vita, i processi geologici significativi in atto per lo sviluppo delle caratteristiche fisiche della superficie terrestre o di caratteristiche geomorfiche o fisiografiche significative”.

In particolare, i giacimenti fossiliferi a vertebrati e invertebrati dell’Eocene marino in primis, ma anche terrestre, rientrano nei beni e negli oggetti di valore universale poiché costituiscono significativi esempi dei grandi eventi della storia della Terra, comprese le testimonianze di vita e i processi geologici.

Durante l’Eocene si ha infatti un grande sviluppo degli ecosistemi marini e della biodiversità. L’eccezionale stato di conservazione dei fossili della Val d’Alpone, la loro grande biodiversità, il loro significato filogenetico e paleoecologico permettono quindi studi scientifici di elevata qualità.

 I

 E Roncà, Città del Vino, partecipa da protagonista a questa preziosa candidatura. 

Un bel grappolo di uva Durella

La collezione di conchiglie marine fossili della Vai d’Alpone, esposta nel Museo di Roncà, è importante e suggestiva, vi troviamo, infatti, preziosi esemplari di lamellibranchi e gasteropodi vissuti nell’antico mare che ricopriva la zona circa cinquanta milioni d’anni fa e che rappresentano quindi la parte terminale dell’Eocene medio, quella che è chiamata, anche scientificamente, “Orizzonte di Roncà “.

Spumante monte Lessini Durello, in catasta durante la fermentazione in bottiglia.

Il percorso museale si snoda in tre sale:  in quella al piano terra è esposta la ricostruzione del paesaggio di Roncà mentre nelle altre due, poste al primo piano è visibile un diorama del paesaggio locale come appariva 40 milioni di anni fa e i fossili più significativi della collezione.

Ed è qui che incontriamo insieme al presidente di Città del vino Angelo Radica, all’ambasciatore Giovanni Verzini ed il sindaco della cittadina Lorenzo Ruggeroni, Giancarlo Tessari, una storia la sua legata da sempre alla storia di questo museo.

Giancarlo nasce a Roncà il 10 settembre 1942 da Umberto di professione calzolaio e da Villardi Cesira casalinga di San Zeno di Roncà.

 L’infanzia è quella di tutte le famiglie di quel periodo, si vive una dignitosa “povertà” dove non mancava l’essenziale ma non si sprecava nulla. 

Ricordi di una vita che ti rimangono fortemente impressi e che ti fanno apprezzare di più i valori del luogo dove sei nato. 

Il sindaco Lorenzo Ruggeroni

Così dopo una vita professionale spesa lontano da Roncà al suo ritorno l’interesse per l’eccezionale biodiversità fossile del luogo diventa un a sua priorità.

 Con un gruppo di  amici comincia a repertare materiale che trova abbondante presso il monte Duello, nella valle della Chiesa e presso il monte Calvarina.

 Luigi Bertazzolo insegnante ed amico di Giancarlo è uno dei motori del gruppo, che allora, pensava di fare fortuna con la ripertazione e vendita dei fossili.  

Da sx Giovanni Verzini, Angelo Radica, Lorenzo Ruggeroni e Giancarlo Tessari

Il gruppo accumula così in tempi diversi un importante quantità di reperti e invita il Dott. Renzo Sorbini allora direttore del Museo di Scienze Naturali di Verona per una valutazione e stima dei fossili. Ma Sorbini tra lo sconcerto generale, fa valere il diritto pubblico, sequestrando gran parte del materiale come proprietà del demanio.

Un episodio che però stimola tutti a crescere costituendo prima un’associazione e poi nel 1974 a fondare il primo Museo Paleontologico di Roncà. 

Contemporaneamente il gruppo di lavoro inizia un’attività di valorizzazione territoriale più complessa realizzando una serie di percorsi naturalistici sul territorio sulle tracce dei vulcani e dei fossili. 

Una sala del museo

Percorsi che diventano a tutti gli effetti musei a cielo aperto, e che passando per i luoghi di interesse paleontologico e naturalistico toccano anche le aree produttive mostrando i siti di produzione delle ciliegie, dell’olio con il vicino frantoio e delle viti di Durella, un’antica varietà locale vocata per grandi spumanti.

Per la verità questa zona non è ricca solo in biodiversità fossile ma anche in biodiversità viticola, in questi areali troviamo infatti oltre alla tradizionale Garganega anche la Brepona, la Saccola, l’Ottavia, la Pontedara ed il Liseiret. 

Una sala del museo i vulcani

Ma come sempre le storie, anche quelle belle, devono fare i conti con imprevisti, difficoltà, invidie ed ostacoli, ci sono anni difficili per il museo, con trasferimenti e chiusure, fino quasi allo scioglimento dell’associazione. La burrasca si placa quando un nuovo sindaco, Giancarlo Bochese oggi presidente del comitato della candidatura Unesco, entra nella villa comunale.

Il rapporto con il gruppo di lavoro di Giancarlo si riannoda e rinasce anche un  museo all’aperto con pannelli descrittivi che si muovono in tutte le aree dei comuni del parco della Lessinia e con rilancio sul lago di Garda e a Verona, un museo che diventa anche itinerante fino al 2004 quando si realizza finalmente  l’attuale struttura del Museo Paleontologico.

Anche se con qualche inattesa pausa Giancarlo rimane il punto di riferimento per il museo e per tante iniziative di valorizzazione del territorio.

 Nel 2010 con l’arrivo del Prof. Roberto Zorzin come nuovo conservatore del museo e nel 2014 con il nuovo sindaco Roberto Turri che richiama Giancarlo a guidare il museo, iniziano una serie di lavori di scavo e recupero, ai quali collabora attivamente Giancarlo, che portano alla luce nuovi materiali fossili testimoni di una ricchissima biodiversità, un momento particolarmente  felice per il museo di Roncà. 

Si fanno accordi con i gruppi naturalistici della Lessinia e con l’aiuto del Prof. Sorbini viene potenziata l’attività itinerante ed è un elemento vitale per la nascita di tre grandi itinerari naturalistici provinciali tutti con partenza da Verona.

 Il primo da Verona al Museo di Roncà, passando per i basalti colonnari di San Giovanni Ilarione per arrivare quindi al grande Museo di Bolca. 

Il secondo da Verona verso la grotta di Roverè 1000, passando per il museo di Camposilvano e terminando alle grotte dell’Orso di Velo. 

Da sx Giovanni Verzini con Angelo Radica presidente nazionale delle Città del Vino, a seguire Lorenzo Ruggeroni con Giancarlo Tessari

Terzo percorso sempre da Verona verso il parco delle cascate di Molina, poi Ponte di Veja passando dal museo di Sant’Anna d’Alfaedo  per terminare alla Spluga della Preta un abisso carsico di oltre 800 metri di profondità sempre a Sant’Anna. 

Sono una mole di attività impressionanti che Giancarlo ha fatto è continua a fare, tenendo da qualche anno i contatti anche con Pianeta Terra, una istituzione che valorizza i territori di tutto il mondo.

 La visita finale al museo con la sua guida è la migliore sintesi del lavoro finora svolto con la passione e la generosità che lo distinguono, e che continua ogni giorno a regalare a tutti quelli che sentono il bisogno di capire e vedere le meraviglie di questo territorio.

Il piccolo Museo di Roncà è dunque ormai da alcuni anni un centro di cultura naturalistica ove s’incontrano i giovani ed i meno giovani del paese e dove il visitatore, che è spesso l’operaio o l’agricoltore della valle vicina, è accolto con un senso di spontanea cordialità che lo mette subito a suo agio. 

L’esperienza di Roncà dimostra insomma l’interesse di coloro che vivono in piccole comunità per conoscere e proteggere i vari aspetti naturali e culturali dell’ambiente in cui si vive, un esempio concreto di come “la cultura della periferia ” ,che Giancarlo Tessari ha seminato, se opportunamente assistita e valorizzata, può diventare un fertile stimolo per la curiosità e la consapevolezza di tanti.

Il viaggio continua….

Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi

Foto di Gianmarco Guarise

Ci trovate su:

Facebook e Instagram, alla voce Associazione Graspo

Museo Paleontologico di Roncà

Via Giuseppe Garibaldi, 1, 37032 Roncà VR

Telefono335 607 4811

https://www.museopaleontologicodironca.it/

 


Grazie per aver letto questo articolo...

Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi.
Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio