Stile e Società

Ristoranti Top d’Europa: l’Italia al 12° posto

“Concorsi a premi, gare, sfide”, o “gli esami non finiscono mai”, avrebbe potuto sottotitolarsi questo pezzo, dopo la diffusione dell’esito della ennesima classifica per i “migliori ristoranti”, che questa volta non riguarda i top mondiali, ma solo europei.

Nel settore dell’enogastronomia, dai prodotti di eccellenza alle ricette, dagli esercizi di ristorazione all’universo umano che vi gravita, in particolare chef e sommelier, non c’è quasi settimana non venga indetto un concorso. Indubbiamente è motivo di stimolo alla cura dell’agroalimentare e alla crescita professionale degli operatori, tuttavia le graduatorie sono soggette a giudizi che talvolta vanno oltre alle valutazioni di mera tecnica, coinvolgendo aspetti molto soggettivi.
Come nel caso presente.

L’OAD, Opinionated about dating, che da undici anni fa sondaggi in U.S.A. un po’ su tutta la linea della ristorazione dell’ospitalità, da qualche tempo ha rivolto l’attenzione anche all’Europa, e redige una graduatoria dei migliori ristoranti sul vecchio continente.   

Attraverso una piattaforma web inventata dal critico gastronomico americano Steven Plotnicki, che tra l’altro ha espresso più volte pubblicamente le sue antipatie per i food blogger, registrandosi, si può votare a distanza il proprio gradimento, cosicché in un paio di mesi 4300 persone hanno valutato 140 mila ristoranti, sparsi in 12 Nazioni europee, scovati anche in piccole città o campagne.

L’opinione del cliente viaggiatore ha contato, alle recensioni hanno ovviamente partecipato anche gourmet, blogger, foodie, lasciando la propria preferenza sul blog di Steve Plotnicki non in una lista preconfezionata bensì in una raccolta aperta di pareri. Una grandissima parte dei primi cento, nel corso delle edizioni della selezione, è costituita da più o meno gli stessi, che di anno in anno oscillano di posto in su e in giù. Qualcuno entra e qualcuno esce, forse per i ripensamenti dei critici.  

Un piccolo confronto: i locali nella classifica dei primi 100, valutati in considerazione di diversi fattori, dalla fascia di prezzo al tipo di clientela, all’interesse della proposta gastronomica, per la Francia sono 34, tre dei quali entrati nei primi dieci top, per l’Italia 12 (lo scorso anno erano 16) e nessuno tra i top.

Più di 140 mila recensioni hanno decretato la vittoria assoluta del ristorante belga “In de Wulf” a Dranouter, nelle campagne delle Fiandre, gestito dal giovane Kobe Desramaults, che già quinto nel 2013 ha scalato lodevolmente la classifica. Il Belgio ha piazzato altri sei ristoranti nella classifica totale, un dimezzamento rispetto all’anno precedente. Peraltro la Spagna che l’anno scorso ha qualificato solo 1 nei primi 10, e in vetta a tutti, quest’anno ne ha 2, terzo e quarto posto.

L’Italia, con Piazza Duomo (ad Alba) di Enrico Crippa, è arrivata al 12° posto, primo della rappresentanza italiana; seguono in ordine: Le Calandre di Rubano, Dal Pescatore di Canneto sull’Oglio, Osteria La Francescana di Modena, Uliassi di Senigallia (al 50°), e infine Combal.Zero, La Pergola, Da Vittorio, Torre del Saracino, Don Alfonso 1890, Al Sorriso, Il Luogo di Aimo e Nadia.
Fuori per un soffio “La Madonnina” di Senigallia, al 101°, e il 109° Cracco di Milano.

Maura Sacher


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