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Riso amaro e pasta buona

Riso amaro e pasta buona

Riso amaro e pasta buona

Sono stati testati in Francia venti diversi marchi di riso in vendita nei discount e nei supermercati. 

In alcune confezioni sono state purtroppo rinvenute tracce di pesticidi. 

L’indagine e tutti i test di laboratorio sono stati effettuati per conto di 60 millions de Consommateur. 

Questo organismo è stato fondato nel 1970 e fa riferimento all’INC – Institut National de la Consommation. 

È emerso dai riscontri di laboratorio che le confezioni di molte differenti marchi sono contaminate da pesticidi vietati. 

Purtroppo questo tipo di additivi chimici non si trovano soltanto nel riso. 

Molti alimenti consumati abitualmente quali frutta, verdura e legumi contengono o possono contenere pesticidi. 

Vari tipologie di grano, pasta, farina, pani e birre sono contaminati dal nocivissimo glifosato. 

Le confezioni di riso testate e analizzate appartenenti a varietà diverse provenivano sia dai discount che dai super e ipermercati. 

Le nazioni che hanno prodotto queste confezioni contaminate sono: Francia, India, Pakistan, Italia e Thailandia. 

330 i pesticidi che sono stati oggetto della ricerca e tra questi molte sostanze che sono vietate in Europa. 

Il 55 % delle confezioni testate ha evidenziato una presenza di pesticidi. 

Il riso coltivato con certificazione IGP non è risultato contaminato. 

Il riso basmati presente sugli scaffali della LIDL a marchio Golden Sun è risultato a posto.

 La confezioni del Carrefour a chicco lungo purtroppo ha evidenziato tracce di bromopropilato, pesticida vietato e presente in percentuali ben superiori al consentito. 

Il riso Comptoir du Gran venduto da Leclerc e il Top Budget commercializzato da Intermarchè sono contaminati da imidacloprid, nocivo per la salute degli umani e delle api. 

I marchi di riso biologico sono tutti a posto tranne il riso semi integrale Bio Village venduto da Leclerc. 

In queste confezioni è stato rinvenuto piperonil  butossido o PBO. 

Viene associato agli insetticidi e seppur consentito e regolamentato dalla normativa UE è soggetto ad impieghi e limiti autorizzati in Europa. 

I controlli internazionali devono essere più stretti ed efficaci per tutelare la salute di tutti i consumatori. 

Purtroppo in paesi quali India, Pakistan e Thailandia non è assolutamente facile monitorare le produzioni e quali sostanze impiegano i coltivatori risicoli. 

Le grandi industrie pastarie e la grande distribuzione dovrebbero pretendere standard di salubrità dai fornitori. 

Dovrebbero, appunto. 

Sicuramente certi prodotti sono meno costosi rispetto a quelli che hanno elevati livelli di salubrità e non sono contaminati. 

Purtroppo di fronte al profitto per le multinazionali del cibo l’aspetto salutare per i consumatori passa in ultimo piano sempre più spesso. 

In Italia molte aziende hanno ritirato confezioni di pasta dagli scaffali dopo che sono state riscontrate nelle confezioni tracce di glifosato e altri pesticidi. 

Molti pastifici ancora oggi omettono le indicazioni di provenienza del grano scrivendo in etichetta che si tratta di un prodotto italiano. 

Questo significa che la pasta è stata prodotta in Italia ma non è certo che il grano provenga dal nostro territorio. 

Meglio acquistare pasta prodotta con grano duro, bio e integrale. 

Nelle confezioni analizzate di Felicetti Bio, Spaghetti Bio Alce Nero, De Cecco, Tre Mulini, Libera Terra, Granoro, Spaghetti Bio Vivi Verde non sono state rinvenute tracce di glifosato o altri pesticidi. 

Leggere bene le etichette per scegliere alimenti sicuri e salubri è quindi fondamentale per la nostra salute.

Umberto Faedi 


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Umberto Faedi

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