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Respinto il tentativo di penalizzare i vini italiani

Respinto il tentativo di penalizzare i vini italiani

Respinto il tentativo di penalizzare i vini italiani.

Il Parlamento Europeo riunito in sessione plenaria ha respinto ieri la proposta della Commissione Europea tendente a demonizzare i vini italiani e le birre.

Non sarà possibile etichettare le bevande con richiami allarmistici indicati in etichetta come avviene già da anni per le sigarette.

Il concetto di salvaguardare la salute dei cittadini e dei consumatori è fondamentalmente giusto ma non si può penalizzare il vino equiparandolo alle sigarette.

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Respinto il tentativo di penalizzare i vini italiani

Il malefico Piano BECA – Beating Cancer mirava inoltre a escludere le politiche promozionali dell’Unione Europea rivolte ai vini e alle bevande. Non solo.

Il piano prevedeva un aumento delle tassazioni inerenti alla commercializzazione. Il piano non distingueva tra consumo moderato ed abuso quale concetto di rischio.

Era stato programmato di introdurre un no safe level ovverossia nessun livello sicuro di consumo.

Lo stesso concetto salutistico applicato alla sigarette.

I vini sarebbero stati etichettati quali alimenti nocivi per la salute.

Senza la distinzione fondamentale tra consumo ed abuso in contesti diversi e consumi diversi si sarebbe prospettato un futuro disastroso a livello socioeconomico per il settore e la filiera del vino italiano.

Le associazioni e le organizzazioni vinicole italiane hanno stimato una contrazione dei consumi che sarebbe stata attorno al 30 % nel medio/lungo termine.

Il calo del fatturato per le cantine, le aziende e i distributori sarebbe arrivato almeno al 35 % con una perdita media annua di 6 miliardi di euro.

E la riduzione dei contributi UE alle imprese e alle cantine avrebbe portato ad un aumento dei costi di produzione.

E in questo periodo a causa delle tensioni internazionali purtroppo le spese per le aziende stanno già crescendo.

Gli aumenti di luce, gas, materie prime, vetro, carburanti stanno già mettendo a dura prova le attività.

La cancellazione delle promozioni avrebbe significato grandi difficoltà a lavorare sui marchi aziendali.

I piccoli produttori e le imprese medie basano sulla qualità e la riconoscibilità il successo dei vini artigianali italiani.

Una grande diffusione di etichette praticamente anonime avrebbe distrutto la diversificazione della offerta e significato la fine per le piccole e medie aziende.

La riduzione del 50 % del margine lordo alla produzione avrebbe portato alla chiusura di migliaia di aziende agricole e cantine con gravi ripercussioni sulla occupazione.

L’enoturismo vale circa 3 miliardi di euro all’anno e sicuramente sarebbe stato gravemente penalizzato.

Lo svilimento del vino italiano che simboleggia il nostro stile di vita assieme agli altri unici pregiati alimenti quali la pasta avrebbe significato un incalcolabile danno d’immagine per l’Italia.

I nostri vini sono una componente fondamentale della Dieta Mediterranea. Adesso attendiamo fiduciosi e battaglieri la sentenza sulla assurda vertenza Prosecco/Prosek. 

Umberto Faedi 


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Redazione

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