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Ranucci imperterrito vuole continuare  ad abbattere il vino italiano

Ranucci imperterrito vuole continuare  ad abbattere il vino italiano Ospitiamo il parere di Maurizio Potocnik Reeds

Ranucci imperterrito vuole continuare ad abbattere il vino italiano

 (e non si capisce perché…o forse si). Ospitiamo il parere di Maurizio Potocnik Reeds

Maurizio Potocnik Reeds Enologo – Presidente Club Magnar Ben Editore – Best Gourmet Artista

Report ed il suo direttore Sigfrido Ranucci annunciano che stanno già preparando la seconda parte del “Piccolo Chimico” senza nessun pentimento su quanto detto e fatto nella prima puntata andata in onda qualche giorno fa. 

Puntata che ha scatenato l’opinione pubblica, l’ira di viticoltori-produttori ed anche quella di tanti consumatori. 

Sinceramente da tecnico-enologo ero rimasto basito della mescolanza di contenuti tra leciti ed illeciti dichiarati nello stesso “mappazzone” per fare volutamente confusione, oppure per denunciare veramente alcune pratiche enologiche scorrette di qualche azienda? 

Bah…Non si capisce, ma quello che si capisce è che il risultato della trasmissione è stato ottenuto:

1 audience altissimo della trasmissione

2 centinaia di migliaia di polemiche

3 insulti popolari tra chi è schierato dalla parte della trasmissione verso produttori, tecnici ed esperti

4 declassificazione di tutta la produzione vinicola italiana, non solo in Italia, ma anche all’estero, anzi soprattutto all’estero, Francia, Usa, Cile…

E… così i paesi nostri competitor gongolano sul fatto che l’Italia si fa male da sola e che nessuno va a vedere cosa combinano da loro: i trucioli di legno nel vino sono stati i primi quelli della Napa-Walley che volevano un vino alla francese, 

il resto dell’Europa e del mondo, Francia compresa, zucchera il vino a piacimento per avere risultati alcolimetrici voluti, 

le contraffazioni dei vini in commercio e le produzioni illecite nel mondo, 

i kit del tipo “fatti il vino da solo” etc etc etc..

il mondo è pieno di schifezze che vogliono far passare per vino.

 l’Italia è il paese con i più alti sistemi di controllo.

I dubbi partono dal titolo, poi i tagli sulle interviste, le contraffazioni illecite che sono state dichiarate in una sequenza che ha coinvolto pratiche lecite che hanno secoli di studi e ricerche di grandi professori ed esperti.

 “Vi ricordo che l’enologo studia per 6 anni il vino nelle storiche scuole enologiche”.

Aggiungiamo l’ultima dichiarazione “di Ranucci” “in Italia si produce troppo vino”, fanno riflettere profondamente sulla veridicità e sulle scarse competenze dello staff di Report e a questo punto anche sulla buona fede 

“ gli illeciti vanno combattuti dalle istituzioni.”

Salta all’occhio che la trasmissione è in piena linea con quella dell’Europa che vuole affondare il paese più bello e vario al mondo e tutte le sue eccellenze agricole, le produzioni eno-gastronomiche e culinarie che derivano da una cultura micro-poli-secolar-cultural-social che nessun altro paese al mondo detiene. 

Il progetto è chiaro: far cambiare l’idea alla gente, l’Italia è un paese di truffatori agricoli, vitivinicoli, produttori e quant’altro nella filiera del food-wine.

Per poter dare il via al progetto-processo di attuazione del mondo omologato alle industrie europee, carne, latte, verdure, uova, grandi allevamenti, dove tutto è standardizzato compreso il gusto.

Purtroppo Ranucci non è dalla parte del consumatore, quel mondo facile da reclutare, accoliti, dove tutti sono esperti di tutto senza conoscere niente. 

Nei precedenti post ho avuto moltissimi commenti e nei più dicevano tutti: “bene se Report scopre illeciti, così si tutelano quelli seri che non hanno nulla a cui temere”; invece non è così Report induce a indebolire i distretti del made in Italy.

Ranucci imperterrito vuole continuare  ad abbattere il vino italiano.

Proprio in questo momento, tra l’altro, dove in Italia tantissime aziende si stanno convertendo al bio, all’utilizzo di minor chimica, al recupero di antichi vitigni, alla viticoltura sostenibile, aziende ed interi territori come il Franciacorta e il Trento Doc ormai sono per la maggior parte a regime biologico e sostenibile.

No, cari amici, quella che avete visto non è la vera viticoltura italiana, quelli mostrati sono 4 faccendieri che fanno business e non certo produttori seri. 

Ci tengo comunque a ricordare che la chimica è fondamentale sia nello studio e sia nel percorso produttivo, il problema non è la chimica che utilizzi, ma quanta e quale utilizzi e poi certo parliamo di vino che va alla grande distribuzione e che deve essere stabilizzato per rimanere nel mercato, del resto come tutti gli altri prodotti!

Tra un po’ assisteremo ad attacchi mediatici ai nostri allevatori, ai nostri agricoltori alla filiera del gusto italiano ma perché, perché? Ranucci faccia audience, sostenga l’Europa, oppure semplicemente perché vuole aiutare davvero i consumatori?

Lo vedremo, intanto Ranucci non sta rappresentando la vera poesia italiana: agricoltura, enologia, produzione. 

Chi lo difende se ne accorgerà, a me, a noi esperti non resta altro che la forza dello studio e della ragione.

Di Maurizio Potocnik Reeds Enologo – Presidente Club Magnar Ben Editore – Best Gourmet

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Redazione

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