Stile e Società

Prosecco o pro-portafoglio?

E venne il giorno nero del Prosecco. Vino chiacchierato da alcuni anni fra gli addetti ai lavori, prepotente sul mercato e con propensione ad invadere gli spazi di consumo anche legittimi degli altri vini italiani, ha svelato suo malgrado il lato oscuro della sua storia.

Le province coinvolte nel terremoto enoico sono quelle nelle quali le vigne vocate sono a dimora e cioé: Belluno, Treviso e Venezia.
Sembra che le bottiglie incriminate prodotte con altre uve non propriamente riconducibili al disciplinare siano veramente tantissime. alcune centinaia di migliaia.
Dato che l’annata 2014 non aveva prodotto il quantitativo di uve sperato ma soprattutto necessario per imbottigliare Prosecco molte cantine anche prestigiose si sono arrangiate comprando uve bianche meno nobili e soprattutto non rispondenti alla legge.
Da anni si mormora che ciò accadesse ma non c’erano dati certi.
Si vociferava di misteriosi camion cisterna che uscivano da cantine ed edifici equivoci nascosti che tramutavano liquidi poco nobili con procedimenti semi alchemici in nobile Prosecco  durante il viaggio per la consegna.

Ora il Prosecco e’ nudo suo malgrado e quindi vedremo cosa succede. Sicuramente il danno d’immagine per tutto il vino italiano e’enorme, soprattutto nell’anno dell’EXPO.
Continuiamo a farci del male visto che e’ appena stato svelato il meccanismo per nobilitare le uve  destinate a diventare Sauvignon Friulano che non avrebbero mai potuto  diventarlo.
E tutto questo perchè?
Ma per gonfiare il portafoglio!
Questo tipo di truffa e’ sicuramente meno grave di una sofisticazione alimentare basata su misteriose polverine, zuccheri scadenti, lieviti scaduti, mosti marci, uve rancide, vino andato a male o liquidi ottenuti con le buste, ma e’ grave perché il consumatore che acquista una o più bottiglie paga per un prodotto che non risponde al dovuto.
Quindi il portafoglio stava al caldo e gli ignari consumatori bevevano contenti pensando di degustare o regalare un vino ma in realtà ne bevevano o regalavano un altro.
Un’altra brutta storia italiana di vino che sarebbe stato molto meglio non raccontare…….
Umberto Faedi


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Redazione

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