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Siamo presi in giro? Sappiamo chi ci prova!

Sempre maggiore è l’attenzione dei consumatori e degli operatori socio-economici italiani ed europei per scoprire cosa c’è sotto o dietro all’idea del Partenariato trans-atlantico, e non certo grazie a informazioni fornite dalla carta stampata.

Nell’era del Web 2.0 l’informazione corre e, girando, esplorando, confrontando, ragionando, vediamo quanti hanno aperto gli occhi e siano sempre più convinti dell’esistenza di inconfessabili trame. Eppure non si vuole dare credito a Greenepace, che per prima ha svelato al mondo gli accordi per due anni segreti, segretissimi. Ci viene il dubbio se i governanti, europei e nazionali, ne siano consapevoli o ignorino i risvolti oppure li accolgano con supina leggerezza.

Al pari non riusciamo a capacitarci dell’altalenante posizione del nostro Ministro alle politiche agricole. Pazienza, siamo consci dei nostri limiti in fatto di “convenienza” nella macro-politica.
Eppure, Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia, nel corso di una lectio magistralis (settembre 2014) nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera, a domanda specifica sul Ttip, è andato giù di brutto: “il trattato mina le tutele che europei e statunitensi hanno creato in decenni e accresce le disuguaglianze sociali, dando profitti a poche compagnie multinazionali a spese dei cittadini”. È chiaro, non c’erano i componenti del Governo …

Persino il Congresso federale degli USA è diviso, non è sicuro che il trattato porti dei veri vantaggi per gli USA, però Obama vuole incassare l’ultimo premio prima di andare in pensione.

La commissione europea continua a vedere nell’accordo un “Eldorado” economico e assicura sarà siglato entro la fine del 2016: è un’opportunità per l’Europa, capace di promuovere “lo sviluppo sostenibile di benefici condivisi per tutti gli Stati membri”.

Ma gli stessi eurodeputati, ai primi di luglio 2015, hanno approvato nell’aula di Strasburgo un documento con delle articolate raccomandazioni (si trovano solo sintetizzate nel web della u.e.) per i negoziatori della Commissione sul Partenariato, al fine di una “maggiore cooperazione transatlantica preservando standard normativi e di tutela dei consumatori, e la prevenzione del dumping sociale, fiscale e ambientale”. Evidentemente, bontà loro, erano un po’ preoccupati dalle carte che avevano in mano, ma zitti verso i loro elettori. Così, come Pilato, se ne sono lavati le mani.

Ormai è opinione generale si sta spianando la strada a una gara al ribasso negli standard ambientali, della salute e della tutela dei consumatori. Non avremo più diritto di sapere cosa si nasconde nel cibo che mangeremo!
E stanno nel Ttip pure i servizi d’interesse generale, come l’acqua, la sanità, i servizi sociali, e l’istruzione, il mercato del lavoro, la proprietà intellettuale, e persino la fissazione dei prezzi dei libri.

Le decisioni prese nelle stanze segrete dei potentati economici sono consone ad una democrazia?

Maura Sacher


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