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Preoccupazione della U.I.V. per probabili dazi USA

Il presidente di U.I.V, Unione Italiana Vini, Ernesto Abbona, ritiene che il comparto vitivinicolo italiano si trovi al centro di una guerra commerciale rispetto alla quale è totalmente estraneo, trattandosi di una disputa che coinvolge i Paesi parte del consorzio Airbus, quali Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna.

Abbona esprime la preoccupazione del settore per l’attuale situazione delle relazioni tra Unione Europea e Stati Uniti, e richiama l’attenzione del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte auspicando venga fatto tutto il necessario per dare garanzie alle imprese italiane del vino.

Entro la fine del mese sarà pubblicato il report dell’arbitrator del WTO sul caso Airbus, con l’indicazione degli importi delle misure di compensazione che gli USA potranno applicare. Gli Stati Uniti decideranno, quindi, quali saranno i prodotti colpiti, i Paesi interessati e l’entità del dazio, mentre l’autorizzazione della WTO sulle misure sanzionatorie sarà notificata entro la fine del prossimo mese di ottobre. Da quel momento, gli USA saranno autorizzati ad applicare i le tariffe doganali. E il vino è uno dei potenziali target a causa di bilancia commerciale fortemente sbilanciata a favore dell’UE.

«Il potenziale contenzioso tra Stati Uniti e Unione Europea, derivante dal caso Airbus-Boeing, sta rendendo probabile un conflitto tariffario che potrebbe colpire il commercio di prodotti vinicoli. Auspichiamo che il nostro settore non paghi il prezzo altissimo di una guerra commerciale che rischia di compromettere l’equilibrio e la sostenibilità economica di migliaia di imprese. L’imposizione di un dazio al 100%, infatti, metterebbe completamente fuori mercato i vini italiani, con conseguenze disastrose».

Gli USA, infatti, sono la prima destinazione, in volume e in valore, delle vendite di vino italiano, per oltre 3,3 milioni di ettolitri, corrispondenti a circa 1,5 miliardi di euro, con una domanda complessiva che è aumentata di oltre il 30% negli ultimi cinque anni e un tasso analogo di crescita si è registrato per il quantitativo di vino esportato dal nostro Paese verso gli USA. Nello stesso periodo, la spesa statunitense per vini spumanti è salita complessivamente del 70%, mentre quella relativa al prodotto proveniente dall’Italia è più che raddoppiata. Dati che vanno letti congiuntamente a quelli sugli investimenti italiani in quel Paese, soprattutto in progetti di promozione, alcuni dei quali cofinanziati dal Governo italiano e dall’UE, che dimostrano quanto il mercato statunitense costituisce uno sbocco strategico irrinunciabile.

L’Unione Italiana Vini confida in un’azione diplomatica ad alto livello per scongiurare sanzioni a carico dell’Europa che vengano a penalizzare con dazi specialmente i prodotti vinicoli italiani.

Maura Sacher


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