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Povera Italia, povere lasagne!

Le recenti notizie provenienti dal Nord di questa Europa che si fa ogni giorno più pesante per noi da condividere visto che abbiamo solo che da rimetterci fanno balzare all’attenzione del settore enogastronomico italiano, uno dei pochi vanti che ci sono rimasti, il problema della contraffazione e dell’uso dei nomi di nostri prodotti alimentari celebri in tutto il mondo con lo scopo di vendere il maggior numero di pezzi in questo mondo convulso e isterico, ma non per questo che non bada al profitto, della globalizzazione alimentare.

E così saltano fuori le Lasagnes Bolognaises spacciate dalla Findus e una sequela di altre squallide imitazioni di piatti della eccellenza culinaria Italiana ed Emiliano Romagnola in particolare. Le lasagne sono diffuse con varie interpretazioni in molte regioni d’Italia ma trovano la loro summa espressiva in Emilia Romagna con epicentro a Bologna. Gialle o verdi con la relativa besciamella e la croccantezza che contraddistingue una grande lasagna stanno purtroppo scomparendo dalle tavole scacciate dai piatti sempre più pronti, dai ragù istantanei, da suggerimenti dati da cuochi, saranno poi tali, sponsorizzati da grandi industrie di pasta a volte scadente, dalla sempre minor voglia di impiegare del tempo per fare bene da mangiare. Ma anche dalla perdita di identità e tradizioni che si tramandavano da nonna a nipote e dal la assoluta indifferenza dei vari governi succedutisi verso la difesa dei nostri prodotti alimentari di eccellenza.

Quindi basta mettere su una busta o su una latta il nome Bologna ad esempio e per i consumatori ignoranti e frettolosi quella é giù la garanzia della bontà del prodotto. Ma non é cosi’ purtroppo. Per risparmiare ancora di più hanno messo nell’impasto orrendo di questi vomitevoli piatti la carne di poveri cavalli macellati che hanno assunto FENILBUTAZONE, un antidolorifico che causa effetti non proprio piacevoli all’organismo umano. In questo modo risparmiavano circa il 75% sul costo della carne impiegando cadaveri di cavalli anziché la carne di manzo. Un ministero dell’Agricoltura con le palle si sarebbe subito attivato, cosa che é successa appunto nei tanti paesi interessati dallo scandalo dove gli appositi organismi si sonno subito attivati a tutela dei consumatori. In Italia invece la notizia sta già sparendo sommersa dalla campagna elettorale, dagli scandali, dalle battute improvvide di chi dovrebbe vergognarsi e ritirarsi dall’agone politico e dalla inefficienza appunto del Ministro. E del grande nome e della meritata fama della nostra gastronomia unica al mondo conosciuto e di una Regione, l’Emilia Romagna, e di una grande città. Bologna, sembra proprio che ai custodi delle istituzioni e quindi del popolo nelle sue declinazioni non interessi un bel niente.
Umberto Faedi


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Redazione

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