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Pizza Napoletana, si chiamerà così solo chi usa disciplinare STG

Pizza Napoletana, si chiamerà così solo chi usa disciplinare STG

Pizza Napoletana, si chiamerà così solo chi usa disciplinare STG

La Gazzetta Ufficiale della Unione Europea ha pubblicato il 28 Novembre il Regolamento 2022/2313 dando seguito alla richiesta dell’Italia di garantire la tutela e la protezione della denominazione Pizza Napoletana. 

La Pizza Napoletana è STG – Specialità Tradizionale Garantita dal 2010 e la svolta consiste nella richiesta di cambiare il regime di protezione da senza riserva del nome a con riserva del nome Pizza Napoletana. 

Questo significa che nessuno e nessun locale potrà definire nel menù o nelle confezioni la dicitura Pizza Napoletana senza la certificazione STG. 

Per ottenere la certificazione è necessario seguire e rispettare determinati criteri. 

Le ore minime di lievitazione, la stesura a mano della pasta, la cottura eseguita esclusivamente in un vero forno a legna ad una temperatura di 485 gradi, l’altezza minima del cornicione compresa tra 1 e 2 centimetri. 

E non solo.

Pizza Margherita simbolo pizzeria napoletana

I criteri comprendono giustamente gli ingredienti solo di origine italiana che devono essere impiegati per realizzare una vera Pizza Napoletana.

 L’olio EVO, il basilico fresco, Mozzarella di Bufala Campana DOP oppure Mozzarella Tradizionale STG, Pomodori italiani freschi oppure pelati. 

I controlli saranno eseguiti da un ente certificatore terzo. 

Il regolamento testé approvato vuole dare la possibilità di migliorare la trasparenza del prodotto per i consumatori e I frequentatori delle pizzerie che in Italia sono molti milioni.

 A parte le “pizzerie” (?) dei vari Briatore e Cracco….. 

La Pizza produce un fatturato medio annuo di 15 miliardi e gli occupati del settore sono circa 120.000 a tempo pieno che nei week end e durante le vacanze superano i 200.000 addetti. 

Ogni giorno in Italia vengono sfornate quasi 9 milioni di pizze. 

Durante tutto l’anno vengono adoperati per realizzarle 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarelle, 30 milioni di chili di Olio EVO italiano e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro. 

Il regolamento della UE arriva proprio alla vigilia del quinto anniversario della iscrizione dell'”Arte del Pizzaiolo Napoletano” quale patrimonio immateriale dell’UNESCO avvenuta nel Dicembre 2017.                                                                                            Umberto Faedi 


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Umberto Faedi

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