Stile e Società

Il Patriarca dei viticoltori se ne è andato

Livio Felluga, che in Friuli e non soltanto in questa terra di vini nobili è considerato il Patriarca della viticoltura ed è stato identificato un pioniere della migliore tradizione enoica italiana, dopo una vita lunga dedicata al vino e alle viti, ora non c’è più.

Si è spento a 102 anni il 23 dicembre, in sordina, come senza rumori ha condotto la sua attività in mezzo al vino e alle viti, ha trasmesso ai figli Maurizio, Elda, Andrea e Filippo il suo amore per la terra, per la tradizione e per la qualità.

livio-felluga-tra-le-vitiA Livio Felluga viene riconosciuto il grande merito di aver riportato a nuova vita la collina dell’Abbazia di Rosazzo, che da secoli racchiude tutta la storia e la cultura enoica del Collio goriziano, lui istriano di nascita, di famiglia di contadini di Isola d’Istria con spaccio di vini Refosco e Malvasia fino a Vienna, esule ante litteram (nel 1929) sull’isola di Grado, e ragazzo in bicicletta per l’occasione in “braghe lunghe” mandato fino in Carnia a proporre la vendita dei vini della famiglia.

Con la sua parlata intrisa di espressioni istro-venete, a sancire l’appartenenza alla terra d’origine e di seconda patria, ha sempre ricordato le origini da famiglia contadina e con orgoglio la lungimiranza, o intuizione strategica, che lo spinse nel 1956 ad acquistare i primi 23 ettari sulle colline di Rosazzo poi diventati 155 ettari su un’estensione sui Colli Orientali del Friuli.

Di lui sappiamo tutto, perché è tutto contenuto nelle annotazioni biografiche pubblicate nel sito dell’Azienda (http://www.liviofelluga.it/), inclusa una lunga, esclusiva, intervista di Elena Commessatti al 92enne Livio, inserita nel libro «50 anni di carta geografica. Storia di un viaggio intorno» (2006, Gaspari Editore).

felluga-100-anniNoi, di Livio Felluga, ne abbiamo celebrato il traguardo dei 100 anni e abbiamo dato spazio anche alle iniziative riguardo al ‘Vigne Museum’, che concludevano i festeggiamenti durati un anno.

Ci pare giusto oggi commemorare la sua scomparsa, che ci è sembrata alquanto immeritatamente ignorata dai media nazionali.

Maura Sacher


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