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Osservare, ascoltare, ragionare, capire … e dover tacere

L’atto di osservare è la prima azione da fare, quando si vuol capire.
L’osservazione è fondamentale in tutte le scienze, quelle tecniche e quelle umane, è la base per lo studio dei fenomeni.

Con l’osservazione si applica sia una visione completa che una dettagliata, entrambe prive di pregiudizio, e non si devono mettere in atto criteri di valutazione critica se non dopo aver esaminato tutti i particolari.

Con l’osservazione si acquisiscono informazioni utili a formulare ipotesi sul processo del fenomeno (nel metodo scientifico) e successivamente ricavare delle spiegazioni.

Il risultato deve essere una valutazione imparziale, spassionata, obiettiva.
Ma non sempre chi ha raggiunto questo stadio con il proprio raziocinio riesce a convincere coloro che non sono passati attraverso questo processo d’analisi, essendosi soffermati sull’evidenza finale del fenomeno.

E chi si documenta, chi non si fa infinocchiare dalle chiacchiere in tv reverenti e ossequiose al copione, ma si affida al metodo scientifico dell’osservazione e alla propria capacità di “intellìgere”, viene zittito, smontato sul piano personale e alla fine oscurato.

Il che dimostra la friabilità delle argomentazioni che si vogliono opporre.

Ascoltare l’altro senza interromperlo, senza parlargli sopra, senza mancargli di rispetto, sembra ormai essere uno stile di comportamento ahimè poco diffuso.

Ragionare con la testa di altri non costa niente

Quando non si hanno idee proprie, si pensa con la testa di altri.
Si fa meno fatica, perché ragionare costa energie.

Energie per il discernimento, energie per confutare tesi opposte, energie per dialogare in mancanza di argomenti validi da contrapporre all’altrui teoria.

Così mandiamo al macero il cervello.
Voler ascoltare una sola campana significa aver già accettato il lavaggio del cervello.
Mai come in questi ultimi tre anni ho visto tanti cervelli macerati.

E mai abbiamo assistito ad una serie incredibile di contraddizioni, anche tra chi concionava il “verbo”.

Non ci si può, anzi non si deve, interrogare sui fatti, sulle cause, sui risultati, è sempre vietato porsi domande.

Le pecore non hanno diritto di pensare, giudicare, sapere, devono solo brucare l’erba del prato dove vengono portate.

Quando la gente capirà pienamente che ci hanno raccontato, e ci stanno raccontando, sul Covid e sull’Ucraina, solo balle, enormi!?

 

Finalmente il nuovo Presidente del Governo Giorgia Meloni, lo ha detto chiaro: “la scienza non è una Religione, non è un atto di fede”, come hanno cercato di inculcare nel popolo.
E – attenzione – non se lo è inventata lei, lo scrivono autorevoli scienziati da anni, se non da sempre, e medici come persino il microbiologo Andrea Crisanti già 8 mesi orsono.
Anzi, sappiate che la Medicina non è neanche scienza (vedere qui), l’autore è Giorgio Cosmacini, medico.

Mai niente è come subito appare

È notorio che mai niente è vero come subito appare e io credo che le cose stanno nemmeno come ce le vogliono vendere.

Ma come al solito, gli opinionisti invitati sono attenti a non contraddire l’impianto del programma.

Non sembra vero che, mentre stava sfumando l’argomento principale di attualità, si è presentato un nuovo tema, macabro e molto più divisivo.
Anzi, quasi divisivo uguale, giacché sembra che i no-vax siano diventati pro-putin …

È arrivato il tempo del dramma bellico e tutti i pecoroni con la benda sugli occhi e orecchie non solo sul naso, continuano ad assorbire la solita unica campana della tiritera “Uno è l’aggressore, l’altro è l’aggredito”.

 

È proprio così, agli occhi di chi li ha volute aprire solo sette mesi fa, mentre sette anni orsono quegli occhi erano chiusi, quando le parti erano invertite, causando 14mila morti tra la popolazione russofona, quando oggi entrambe le parti si sono macchiate del sangue di innocenti.

Bisogna sempre riflettere, capire, confrontare le fonti e contare fino a cento prima di reagire.

E io ho fatto tutto questo e mi è difficile tacere … nonostante le opposizioni che sento intorno.

Maura Sacher

 


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