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Ogm, senza ricerca non c’è crescita

Mentre il Corpo Forestale regionale del Friuli Venezia Giulia, in ottemperanza ai suoi compiti radeva i cento metro quadrati di campo seminato a mais OGM di Mereto di Tomba, e, per la resistenza peraltro pacifica di un gruppo di persone, Fidenato in testa, desisteva dall’eseguire il provvedimento anche sugli altri due campi, Confagricoltura Fvg emanava un comunicato.

La Confederazione degli imprenditori agricoli regionale continua a prendere netta posizione per non distruggere le colture e sostenere la ricerca indipendente, e sollecita la Regione ad attuare iniziative di studio sui non rischi della sperimentazione delle coltivazioni ogm.

«Sugli ogm, Confagricoltura Fvg ha da sempre sostenuto la necessità di predisporre delle norme basate su precise regole di coesistenza e di apertura alla ricerca indipendente», fa sapere il presidente Claudio Cressati.
«La mancata attuazione in Italia, e in particolare in Fvg, di questa strategia legislativa (peraltro perseguita negli anni dall’Unione europea), sta producendo una pericolosa e ingiustificata radicalizzazione delle posizioni e a comportamenti contrari al pensiero scientifico. Non si possono distruggere le coltivazioni, e poi non fare nulla. Non si può bloccare la ricerca scientifica indipendente che, in Friuli Venezia Giulia, potrebbe e dovrebbe essere fatta anche dall’Ersa e dall’Università. Da questo punto di vista – conclude Cressati – l’approvazione delle recenti norme regionali sull’assoluto divieto di coltivazione delle sementi ogm consentite a livello europeo e la totale mancanza di iniziative di ricerca rappresentano altrettante occasioni perse per comporre le varie posizioni (anche tecniche, economiche e ambientali), cosa che invece la politica avrebbe il dovere di compiere per il bene di tutti, agricoltori compresi».

Maura Sacher


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