
Nuova cantina per il Trentodoc Altemasi

Il colosso cooperativo Cavit che gestisce 6.250 ettari di vigneto (due terzi della superficie vitata del Trentino) investirà 26 milioni di euro per quella che diventerà la “Cattedrale dello spumante”.
Il mondo del vino sta vivendo un momento non proprio felice: contrazione dei consumi, la mannaia dei dazi, l’incertezza economica, i nuovi stili salutistici, la concorrenza di altre bevande soprattutto tra i giovani, l’instabilità politica, i cambiamenti climatici. Come uscire da questo tunnel?
Qualche azienda lungimirante sta già mettendo in atto nuove strategie commerciali.
È il caso, ad esempio della Cavit che, sull’onda del successo legato agli spumanti (lo si è visto al recente Trentodoc Festival delle bollicine) ha deciso di investire a Ravina 26 milioni di euro per una nuova cantina dedicata ad una delle etichette di punta del gruppo: il Trentodoc Altemasi.
La nuova struttura sarà la cattedrale riservata al Trentodoc Altemasi
L’investimento, in parte finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico attraverso Invitalia, si concretizzerà nell’ampliamento dell’attuale cantina dedicata agli spumanti e la costruzione di una nuova struttura adiacente che sarà dedicata esclusivamente ad Altemasi.
Rimarrà, invece, nella sua storica “casa” indipendente il marchio Cesarini Sforza, altra eccellenza spumantistica del gruppo, dedicata per il 75% al canale della Grande Distribuzione.
Il colosso cooperativo (fatturato consolidato di 253,3 milioni di euro) guidato dal direttore generale Enrico Zanoni e dal presidente Lorenzo Libera, guarda, dunque, al futuro con fiducia e ottimismo anche per tutelare i 5.250 viticoltori soci che coltivano 6.350 ettari di vigneti del Trentino su una superficie complessiva di 10.230 ettari.
Il direttore generale Enrico Zanoni: “Un investimento importante e coraggioso”

“Grazie a questo importante e coraggioso investimento – ha spiegato il direttore geerale della Cavit, Enrico Zanoni – amplieremo la nostra attuale cantina dedicata alla spumantistica e ne costruiremo una parte nuova, al posto di un vecchio capannone industriale che abbiamo acquistato e abbattuto.
Questa sarà dedicata esclusivamente ad Altemasi – ha aggiunto – e sarà collegata con la vecchia struttura con un tunnel sotterraneo. Questo ci porterà diversi vantaggi.
In primis, avremo due spazi dedicati, uno solo per il Metodo Charmat, sostanzialmente per i nostri Müller Thurgau, e uno solo per il metodo Classico, ovvero Altemasi. Inoltre, miglioreremo la gestione logistica, e soprattutto avremo maggiore capacità di stoccaggio per Altemasi, per il prodotto in affinamento e per quello finito”.
L’obiettivo Cavit è valorizzare la linea spumantistica di eccellenza
L’investimento, in una fase difficile per il mercato e con prospettive non propriamente rosee, guarda al lungo termine con l’obiettivo di valorizzare ancora di più la produzione spumantistica del gruppo Cavit, soprattutto con Altemasi, linea di eccellenza esclusivamente dedicata al canale Horeca, che è anche quello a più alto valore aggiunto.
Con la consapevolezza che in ogni caso, in Italia come nel mondo, per le bollicine di qualità, ci sono ancora spazi di crescita, e che le occasioni per brindare con una buona bollicina, anche in futuro, non verranno a mancare.
“Siamo sul mercato dal 1950 e vogliamo restarci ancora per molti anni”
“Il nostro non è un salto nel buio – ha sottolineato Zanoni – abbiamo fatto tutte le valutazioni di sostenibilità dell’investimento e pur in uno scenario più difficile rispetto a quello del recente passato, confidiamo nella capacità di crescita della spumantistica trentina, del Trentodoc e del progetto Altemasi in particolare.
Riteniamo altresì che, anche di fronte a scenari di contrazione dei consumi, aziende come la nostra debbano continuare a ragionare nel lungo periodo, con equilibrio, senza cedere al panico.
Il nostro non è un investimento azzardato, ma ragionato. Non dobbiamo fermarci di fronte alle difficoltà di questo momento: siamo sul mercato dal 1950 e vogliamo restarci ancora per molti, molti anni.”
In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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