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Non crediamo alle promesse da marinai

Non crediamo alle promesse da marinai, che secondo il detto hanno una donna in ogni porto.
Così appaiono i nostri politici già all’inizio di questa campagna elettorale in vista delle prossime elezioni nazionali per il rinnovo del Parlamento, e “rinnovo” è un auspicio.

Promesse ne abbiamo sentite troppe, da anni, sparate sempre più alte e più grosse, dalle bocche di imbonitori da fiera, e da tutte le parti. Se fino a poco tempo fa sentivamo proclamare che la recessione è quasi finita, anzi c’è una ripresa dell’economia generale, mentre il cittadino attento si accorgeva che lor signori stavano giocando con i numeri, come mai il Presidente del Consiglio ancora in carica pochi giorni or sono ci ha fatto sapere che non possiamo considerarci delle cicale, ossia dobbiamo ancora vivere da formiche, e risparmiare?

Eppure, vengono pubblicati dati confortanti sull’aumento delle esportazioni delle merci italiane nei mercati esteri, vino, spumante, generi alimentari specie verso gli USA, il Canada, la Cina e persino il Giappone. Al contempo nel settore del turismo, albergatori e ristoratori hanno fatto il pienone nei giorni delle vacanze natalizie.

Siamo già bombardati da promesse di radicali cambiamenti, per ogni settore della nostra vita, e quando arriverà la data, tutte le nostre speranze saranno riposte in quella croce che metteremo sulla scheda.
Ognuno con il suo voto, mettendo una mano sulla coscienza e l’altra a tappare il naso, spererà di poter essere protagonista nel proprio piccolo nel raddrizzare il timone del Paese.

Votare è un dovere, oltre che un diritto, anche se il disincanto, la sfiducia, lo scetticismo sono dilaganti, specie di fronte a tante promesse, ma per salvare il nostro sistema economico, a cui contribuiscono dolorosamente e faticosamente le miriadi di piccole aziende del nostro Bel Paese, non dobbiamo credere ai marinai o cedere all’astio, bensì affidarci alla nostra intelligenza, perché in gioco ci sono non solo le nostre libertà di cittadini ma soprattutto le prospettive di lavoro per i giovani presenti e futuri e di sviluppo delle nostre piccole imprese, troppo tartassate.

Maura Sacher


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