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Non c’è mai una fine per le vie dei prodotti alimentari fuori norma

Questa volta tocca ad un albergo a tre stelle dell’Isola d’Oro, come viene chiamata l’isoletta di Grado, storica residenza estiva di villeggianti dell’Impero Austro-Ungarico e immancabile meta moderna di Olandesi, Tedeschi e Austriaci, oltre che di Triestini, da aprile a settembre.

Da pochi mesi la gestione dell’imponente Hotel Friuli, che gode di una privilegiata posizione sulla laguna, è passata nelle mani di una coppia di ungheresi.

La Guardia Costiera gradese, che ha anche il compito di monitorare costantemente la filiera dei prodotti ittici e pertanto ha anche competenze sulle idoneità delle strutture utilizzate per la loro somministrazione, attratta da un affollarsi di turisti (scolaresche in gita), ha voluto fare un controllo ravvicinato.
Alla fine sono stati sequestrati 1.000 chili di alimenti importati (dall’Austria, secondo indiscrezioni) senza rispetto delle procedure di legge e 300 chili di alimenti scaduti o in cattivo stato di conservazione.

I legali rappresentanti dell’albergo sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione, e sono state contestate sanzioni amministrative per circa 6 mila euro per illeciti che vanno dalla mancata rintracciabilità dei prodotti alla mancata comunicazione all’ufficio veterinario comunitario dell’introduzione di alimenti in Italia fino alla mancanza del piano di autocontrollo.
Intanto le cucine sono state chiuse.

Maura Sacher

m.sacher@egnews.it


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