Movimenti di guerra
Il conflitto ha causato molti scossoni nelle economie delle nazioni già messe a dura prova dalla pandemia.
Erano arrivate da poche settimane bollette salate alle cantine e alle aziende unite a un lievitare dei costi delle materie prime.
Adesso si fatica a trovare fertilizzanti, grano duro e tenero, mais, vetro e semi di girasole. L’Ungheria ha sbloccato dopo una trattativa con il premier Draghi il grano tenero e il mais già acquistati.
Però l’esecutivo magiaro si riserva di continuare ad assoggettare ad una autorizzazione volta per volta eventuali nuovi contratti di fornitura in ambito comunitario.
È vero che in teoria si possono cambiare mercati di approvvigionamento, ma occorre tempo. Il governo sta sondando Francia e Germania per i cereali e Canada e Usa per quanto riguarda i fertilizzanti.
Il gas utilizzato per produrre i fertilizzanti azotati necessari alla nutrizione delle colture è aumentato e non si sa fino a quando sarà disponibile. Il consiglio dei ministri sta vagliando misure a sostegno delle aziende.
Ma certo non possono essere sufficienti i 30 centesimi tolti dalle accise di stato dal prezzo del gasolio per auto trazione.
Per quanto concerne il gasolio agricolo i prezzi da Nord a Sud della penisola hanno superato in media 1 euro al litro con punte di 1,5 euro.
Nel 2020 costava intorno a 0,60 centesimi. La nuova campagna agraria nei terreni e nelle vigne sta per iniziare e gli agricoltori sono giustamente preoccupati.
La redditività delle cantine e delle aziende è a rischio. Se questa situazione continua gli imprenditori saranno costretti a scegliere tra pagare le bollette, le materie prime e i dipendenti.
E non credo che sarà sufficiente migliorare gli accordi di filiera stabiliti dal governo tra le aziende agricole, i gruppi industriali e la GDO.
È necessario un intervento massiccio da parte della UE che attui un piano di emergenza per il settore agroalimentare.
Questo piano deve essere coordinato dalla Commissione Europea in maniera da poter assicurare la continuità dei cicli produttivi e garantire i rifornimenti.
Il conflitto sta vanificando la ripresa post pandemia della agricoltura italiana che già subisce il blocco delle esportazioni di vini verso Russia e Ucraina.
Il costo di questa guerra rischia di essere davvero salato per la nostra viticoltura e agricoltura.
Umberto Faedi
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri