Per una settimana fino al 1 dicembre 2013, Roma ospita il Molise in una serie di eventi di vario carattere con l’obiettivo, curato dal FORMEZ PA, di far conoscere e valorizzare la realtà di un territorio, una regione, tra le meno conosciute della Penisola.
La “missione”, inaugurata venerdì 22 novembre sotto il titolo «Molise, un’altra Storia», si articola in 26 iniziative disseminate in vari siti della Capitale, avvalendosi del supporto delle Regioni Lazio e Molise, del Comune di Roma, VIII Municipio, Cna, Camera di Commercio, nonché di “Millepiani” (spazio condiviso di professionisti orientati all’innovazione) e dell’associazione “Forche Caudine” (storico circolo dei molisani a Roma).
L’evento gode del patrocinio di Expo 2015, e si fregia di un logo in caratteri oschi che ne rimarca la prevalenza culturale.
Molto atteso è lo sbarco delle tante prelibatezze della enogastronomia molisana che, sabato 30 novembre, dalle ore 10, presso il Mercato “Farmer’s Market Garbatella” di via Passino, si sposeranno in “Armonie di Sapori” con quelle della trentina di produttori laziali del mercato romano: assaggi e vendita di produzioni molisane e laziali, laboratori del gusto, incontri di cucina, distribuzione di ricettari.
È il periodo giusto del tartufo bianco, di cui il Molise è il maggior produttore europeo e circa il 50% della produzione nazionale di questo preziosissimo e profumatissimo tubero è molisana.
Grande spazio occuperanno i celebri formaggi, quelli stagionati dell’Alto Molise che rappresentano scoperte eccezionali, eredi dell’antica tradizione agro-pastorale della “civiltà dei tratturi”, dal caciocavallo alla scamorza, dal burrino alla manteca, e quelli freschi come la treccia e la particolare “stracciata” (prodotto a metà strada tra ricotta e mozzarella), tipica soprattutto di Carovilli e di Capracotta (celebre anche per il pecorino). Il caciocavallo podolico di Frosolone è stato recentemente premiato dalla giuria del Gambero Rosso “per qualità organolettiche, gusto, aroma e tradizione”.
Non mancheranno i salumi, come la “ventricina”, il miele, l’olio di oliva dop già particolarmente apprezzato all’epoca degli antichi Romani e lo straordinario vitigno autoctono Tintilia.
Sui banchi non mancheranno nemmeno i dolci: fiore all’occhiello sono le “Ceppellate” di Trivento e le ostie di Agnone.
Maura Sacher
m.sacher@egnews.it
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