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Menu nella lingua dei segni

Non lo ha imposto la UE e nemmeno lo ha prescritto il dottore, invece, prevedere nei ristoranti un menu nella lingua dei segni (LIS) si è affermata come iniziativa privata, volontaria ed altruista, in una sinergia di intenti con altri protagonisti del sociale.

A volte anche degli enti pubblici si lasciano coinvolgere, come nel caso di Pomigliano d’Arco e di Trieste.
A Pomigliano d’Arco le “carte” di ristoranti, pub, bar, trattorie, fornite dagli esercenti per la traduzione entro il 15 febbraio 2016, saranno realizzate sotto forma di locandine, interamente a spese dall’assessorato alle politiche sociali del Comune.
A Trieste, nel progetto “Ascoltare con gli occhi, parlare con le mani”, curato dalla sezione triestina dell’ente nazionale sordi in collaborazione con l’assessorato alle politiche sociali del Comune e la sezione provinciale della Fipe, verranno creati dei menu speciali redatti nella lingua dei segni. Saranno dei listini con immagini di ordinazioni codificate dai gesti, Il menu con il linguaggio dei segni (ph. Comune di Trieste)un vademecum visivo per agevolare sia i non udenti sia camerieri che prendono le ordinazioni.
L’idea è di distribuirli almeno in 500 copie tra bar e locali del comune triestino. Il menu al momento comprende una tipologia di 14 raffigurazioni che fanno riferimento all’ordinazione delle bibite più tipiche: dal caffè alla birra (alla spina oppure in lattina) fino all’amaro e al vino.

Sulla tematica del linguaggio dei segni nella ristorazione esistono dei precedenti.
Nella promozione di un ristorante a Concapeligna, nell’altipiano Abruzzese, il Ristorante Moretto, si legge “Nel nostro ristorante si parla inglese, spagnolo, francese, arabo e la lingua dei segni”.
Nel 2014 a Toronto in Canada è stato inaugurato il primo ristorante Toronto ristorante per sordomutiper sordi, il “Signs”, dove si ordina esclusivamente con il linguaggio dei segni giacché il personale è composto da camerieri non udenti. Secondo il promotore dell’iniziativa è anche uno sistema per creare nuovi posti di lavoro per una categoria fortemente penalizzata dal proprio handicap.

Tornando a Trieste, tutto nasce dal successo degli “Aperitivi silenziosi”, a cadenza mensile organizzati dal gruppo Koala, grazie all’iniziativa di Barbara Cova e Francesca Lisjak (nel 2014 presidente provinciale Ens – Ente Nazionale Sordi, eletta nel 2015 presidente regionale), che per prime hanno collaborato affinché le persone normodotate potessero rapportarsi con i non udenti organizzando eventi per far imparare ai cittadini la Lis, lingua dei segni, lingua che, contrariamente a quanto si può pensare, non è una lingua universale, ma varia non solo da Nazione a Nazione, ma da città a città con Lis addirittura dialettali.

Maura Sacher


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