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Maiscoltori e Confagricoltori FVG scrivono alla Serracchiani

Sul “No Ogm” della Regione Friuli Venezia Giulia è stata indirizzata alla presidente della Giunta regionale, Debora Serracchiani, e al vice presidente e assessore alle Risorse agricole, Sergio Bolzonello, una lettera aperta a firma congiunta dei presidenti di Confagricoltura Fvg, Claudio Cressati, e Associazione Maiscoltori Italiani, Marco Aurelio Pasti.

In questi giorni sono in discussione presso gli uffici regionali le Regole per la coesistenza tra colture geneticamente modificate, convenzionali e biologiche, a seguito del dibattito sulle vicende di cui abbiamo dato più volte resoconto. Le problematiche relative alla coltivazione degli Ogm hanno diviso Coldiretti e Confagricoltura, suscitando schieramenti contrapposti nell’opinione pubblica, ed hanno chiamato ad interessarsene anche i Ministri competenti, Agricoltura, Ambiente e Salute, i quali hanno portato la questione a Bruxelles.

Scrivono Cressati e Pasti: «Appare evidente che il no agli OGM sia la strada che ritenete vincente nell’attuale contesto politico. Tuttavia questa strada non è senza costi per i cittadini e le imprese che vivono e operano in Friuli. Infatti il mais, con oltre 90.000 ettari coltivati, è la principale coltivazione della regione e la piralide è un insetto in grado di causare gravi danni sia quantitativi sia qualitativi a questa coltivazione. La perdita di produzione è molto variabile di anno in anno, ma può essere stimata in non meno del 10% della produzione regionale ovvero in oltre 80.000 tonnellate per un valore di almeno 16 milioni di euro».

Nella lettera viene spiegato che, tra le sostanze tossiche prodotte dalle muffe che si sviluppano prevalentemente sulle parti di spiga attaccate dalla piralide, le fumonisine sono state classificate come possibili cancerogene per l’uomo in particolare alla cavità orale, alla faringe e all’esofago, e sono tossiche anche per gli animali che assumono mais nel mangime. Le aflatossine, inoltre, sviluppandosi in condizioni di caldo e siccità, classificate come sicuramente cancerogene, sono molto più tossiche ed hanno la caratteristica di passare nel latte e quindi nei formaggi. «La loro presenza potrebbe aumentare nei prossimi anni data la tendenza al rialzo delle temperature» – sostengono i firmatari.

A fonte di tali pericoli, da un punto di vista ambientale le varietà di mais geneticamente modificate per resistere alla piralide permettono di ridurre «la distribuzione nell’ambiente di insetticidi non selettivi, ma – si continua nella lettera – richiede meno acqua, energia, concimi e agrofarmaci per essere prodotto, dal momento che a parità di input si ottiene il 10 percento in più di produzione. Per ottenere lo stesso quantitativo di mais prodotto oggi in Friuli si potrebbero risparmiare 50 milioni di metri cubi d’acqua, 9.000 TEP di energia, 45.000 kg di agrofarmaci e 8.000 tonnellate di concimi o, a parità di superfici investite, assorbire 260.000 tonnellate di CO2 in più dall’atmosfera».

La lettera si conclude con un’esortazione: «Crediamo sarebbe importante che la Regione Friuli Venezia Giulia compisse uno sforzo per ridurre la distanza tra la realtà produttiva e la sua immagine presso l’opinione pubblica: i buoni governi guidano i cambiamenti, quelli cattivi cavalcano le paure degli elettori». Mestre – Udine, 15 gennaio 2014. Firmato: Marco Aurelio Pasti e Claudio Cressati.

Maura Sacher


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