Stile e Società

Mai più sacrificare alberi per far spazio ai vigneti

È il messaggio forte che lancia il Consorzio di tutela del Lugana Doc, presentando un progetto per la tutela del territorio in collaborazione con l’Associazione Florvivaisti.

Il “verde” è un patrimonio, e come tale va salvaguardato e curato, e giustamente l’ambiente in cui viviamo non deve soggiacere a logiche di profitto e di speculazione economica, come si verifica in tante parti d’Italia e del Pianeta.

Si tratta di un problema reale anche sulle colline a sud del Garda, dato che nel solo 2015 sono stati piantati 139 nuovi ettari di Lugana, una delle importanti DOC lombarde, che è arrivata ad oltre 115mila ettolitri prodotti nel 2015 e ad un valore dell’imbottigliato passato dai 23,4 milioni di euro del 2008 a 62,6 milioni del 2015. La Turbiana, il vitigno autoctono del Lugana, è oggi una delle uve bianche più cara d’Italia: nella vendemmia 2015 il prezzo medio delle uve è stato di 180 euro al quintale. «Non stupisce quindi che cresca costantemente la superficie vitata, oggi pari a 1675 ettari (di cui 263 in Veneto e 1412 in Lombardia)», ammette Carlo Veronese, Direttore del Consorzio.

«Uno dei punti qualificanti della mia rinnovata presidenza è la scelta di dedicare una buona parte delle risorse del Consorzio alla cura dell’ambiente in cui viviamo e produciamo il nostro vino. Siamo promotori di una viticoltura sostenibile, che sappia bilanciare gli aspetti produttivi con la salvaguardia del territorio», afferma il presidente del Consorzio, al suo secondo mandato consecutivo.
Così è nata l’iniziativa “Il Consorzio Lugana per l’ambiente e l’ambiente per il Lugana”. «Un modello virtuoso che ci auguriamo possa essere replicato a livello regionale e nazionale».

Secondo il progetto, in caso di interventi presso le aziende associate che comportino l’eliminazione di alberi preesistenti per fare spazio ai vigneti,  ogni albero o arbusto estirpato per creare nuovi filari verrà reimpiantato a spese delle stesse Aziende vinicole su un terreno proprio o pubblico, a beneficio di tutti. Ma non solo il reintegro delle alberature, sono anche previsti dei limiti molto stretti per le tipologie di verde da reimpiantare, in modo da utilizzare solo specie autoctone.

La prima consegna è prevista per settembre 2016, quando il Consorzio affiderà al Comune di Desenzano del Garda 150 piante per valorizzare il verde pubblico.
Il progetto ha trovato l’immediata disponibilità dei 5 Comuni su cui insiste la DOC (oltre a Desenzano del Garda anche Lonato del Garda, Pozzolengo, Sirmione e Peschiera del Garda) e il plauso della Regione Lombardia.
Il tutto a prezzi agevolati grazie all’accordo con le Associazioni Florvivaisti Venete e Lombarde, partner del progetto.

Maura Sacher


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