Curiosità

Live-ex, il Sassicaia continua a stupire: l’annata 2015 è la più ricercata

Live-ex è in pratica l’equivalente del listino valori nel settore dei vini, o meglio, dei premium wine.
E quando si entra nel campo dei “fine wine”, colui che collega produzione e mercato è il wine merchant, e i wine merchant sono quasi tutti iscritti al Live-ex.

Un sistema che permette, consultando le visite e le ricerche dei commercianti sulle schede illustrative dei marchi, di identificare i vini più popolari dell’anno nei vari stati e nei vari continenti. Una ricerca che consente, tra l’altro, anche di stabilire una graduatoria che in Europa vede in testa un vino italiano, il Sassicaia annata 2015, dichiarato “miglior vino dell’anno” da Wine Spectator.

Il successo del Sassicaia 2015

Un successo, quello del Sassicaia 2015, che è dovuto (oltre all’indiscutibile qualità del vino) anche al fatto di essere stato riconosciuto come “vino dell’anno” dalla rivista americana Wine Spectator, specializzata in classifiche dei Top Wines, e che ha già riconosciuto al Sassicaia dell’88 un posto di rilievo nella top ten del 1991. E non è certo l’unico successo per il rosso di Bolgheri, visto che la produzione 2016 ha ottenuto una votazione piena (100 su 100) da Robert Parker, critico e fondatore di Wine Advocate, che aveva già premiato il Sassicaia con la stessa votazione nel 1985, facendolo conoscere al mondo intero.

Ed è ottima anche la votazione 2018 della giuria internazionale del Biwa, insieme a Luca Gardini, e Daniele Cernilli che lo ha messo in cima alla lista dei vini della sua guida. Riconoscimenti che hanno fatto aumentare la fama di questo prodotto anche sul web: dopo questi risultati, quasi sicuramente un numero maggiore di persone si sarà messo alla ricerca del vino Sassicaia su Tannico, ad esempio, visto che il portale in questione rappresenta l’enoteca online di vini italiani più importante al mondo. Mettendo per un attimo da parte i riconoscimenti, comunque, il Sassicaia oltre ad essere un eccellente vino ha alle spalle una storia particolare, che merita di essere conosciuta.

La storia del Sassicaia e di Mario Incisa della Rocchetta

Il Sassicaia nasce tra il 1921 e il ’25, come viene raccontato dallo stesso marchese Incisa in una lettera inviata a Luigi Veronelli nel 1974, al fine di creare un vino simile al Bordeaux. Una lettera nella quale Incisa confessa di aver avuto l’ispirazione quando, all’età di 14 anni, si trovò ad assaggiare un vino prodotto ad uso personale dai Duchi Salviati, presso i quali era ospite. La piantagione fu impiantata nella Tenuta di San Guido a Bolgheri, creata appositamente e celebrata anche dal Carducci nella sua “Davanti a San Guido”, con due ceppi particolari, il Cabernet sauvignon e il Cabernet franc, per produrre un vino che eguagliasse il Bordeaux, da coltivare in Maremma con la metodologia francese. E questo vino era proprio il Sassicaia, che nei primi tempi fu prodotto ad esclusivo uso familiare, tranne che per qualche cassa, destinata alla riserva nella cantina di Castiglionello. Sarà il cugino Piero Antinori, nel 1968, ad invitare Mario Incisa a proporre una produzione limitata di 10.000 bottiglie ai ristoranti toscani. Produzione che dal ‘72 verrà curata da Giacomo Tachis, fino a quando, nel 1985, il Sassicaia diventerà internazionale grazie al 100/100 di Robert Parker, per poi entrare nella storia nel 2018 con il riconoscimento di Wine Spectator.


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Redazione

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