
Una gran bella soddisfazione per l’azienda agricola Arianna Occhipinti per l’importante riconoscimento internazionale ottenuto. Un traguardo che conferma la solidità e la visione del progetto Occhipinti, dove il lavoro in vigna si integra con l’attenzione alla biodiversità, alla sostenibilità e alla valorizzazione del territorio e delle persone. “Essere inseriti tra i migliori vigneti del mondo – commenta Arianna Occhipinti, fondatrice dell’azienda – è un riconoscimento che onora il nostro lavoro quotidiano e il legame profondo con il territorio che abitiamo. Un invito a continuare a custodire la terra e a far parlare i nostri vini, che portano con sé lo spirito dei luoghi e il passo del tempo che li ha cresciuti”.
La menzione internazionale evidenzia l’esperienza completa offerta in vigna e cantina, dall’accoglienza alla degustazione e il progetto di ospitalità Chaza, che offre ai turisti la possibilità di immergersi nella natura incontaminata di Chiaramonte Gulfi. L’ingresso dell’azienda agricola Occhipinti nei World’s 50 Best Vineyards conferma il ruolo chiave della Sicilia tra le principali regioni vitivinicole a livello globale. Nata a Marsala e cresciuta a Vittoria, Arianna Occhipinti ha ereditato la passione per la vigna dallo zio Giusto, fondatore dell’azienda agricola COS, e l’amore per la campagna e l’attitudine progettuale dal padre architetto Bruno. Nel 2004 avvia la sua azienda a partire da un ettaro di terreno coltivato a Nero d’Avola e Frappato lungo la strada provinciale 68, la più antica strada del vino mai attestata che nell’antichità collegava Gela a Kamarina e oggi percorre le strade del Cerasuolo di Vittoria, da Caltagirone verso Catania.
La superficie vitata totale conta oggi 40 ettari di vigneto, cui si affianca la produzione di olio, pasta, capperi, frutta e derivati che compongono la linea “Orto&Dispensa”. Nel 2012 un articolo di Eric Asimov sul New York Times la lancia come figura di spicco del vino naturale a livello globale. La filosofia produttiva di Arianna Occhipinti si ispira profondamente all’idea di armonia del vino e dei principi della biodinamica che percepiscono territorio, vignaiolo e agricoltura come parte di un unico movimento che si esprime all’unisono, legando questo concetto alle sue origini contadine e all’identità agricola della Sicilia. Per Arianna Occhipinti il vino non può essere altro che autentico: nel racconto del territorio da cui proviene, delle stagioni che ha vissuto, della personalità di chi lo produce con l’abolizione totale di additivi chimici in vigna e in cantina.
Arianna Occhipinti coltiva solo vitigni autoctoni della zona: il Frappato, il Nero d’Avola, il Cerasuolo di Vittoria, il Grillo, l’Albanello e lo Zibibbo per un totale di dieci etichette. La produzione complessiva ammonta a circa 160.000 bottiglie, distribuite in 60 paesi del mondo, nei 5 continenti. Oltre ai vigneti, la produzione agricola include un ettaro di pere Coscia e Gentile, 20 ettari che ruotano tra grano di Tummìnia e leguminose, 20 ettari di uliveti secolari di Tonda Iblea e Nocellara del Belice, mezzo ettaro di agrumi, 1500 metri quadrati di orto, e poi ancora carrubi e altri alberi da frutto. Un progetto agricolo che porta con sé significati, etici, sociali, agricoli, territoriali in senso lato.
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