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«Laudato si’»

Avevamo cominciato a capirlo un po’ tutti, fin dai primi mesi del suo Pontificato, che Papa Francesco aveva in mente un Programma, un “plan” strategico per lasciare un’impronta del suo passaggio in questo mondo e nella Chiesa.

Quando cominciò a ripetere che «Dio perdona sempre, gli uomini qualche volta, la Natura mai» e che siamo gli “affidatari” e i “custodi” della Terra e di tutte le sue creature, non per niente noi creati per ultimi, eravamo nei periodi peggiori con frane, alluvioni, bombe d’acqua, perivano vite umane e venivano distrutte strade, case, aziende, le ‘creazioni’ dell’uomo.
Il tempismo di questo Grande Uomo di Fede ci ha meravigliato ancora: appena inaugurata l’Esposizione Universale di Milano le stampe vaticane fanno uscire l’opuscolo dell’Enciclica “sulla Casa Comune”, dove il Santo Padre tocca i temi più scottanti, di cui i governanti di tutto il mondo dopo Expo dovranno farsi carico, con coscienza, non avendoci pensato prima.

L’Enciclica è stata interpretata come un messaggio ambientalista, perché elenca i «vari aspetti dell’attuale crisi ecologica», con nette parole contro il degrado, l’incuria, l’inquinamento, lo sfruttamento di cui unica colpevole è la cultura consumistica che dà «priorità al breve termine e all’interesse privato», ma è qualcosa di più. Il Capitolo quinto, “Alcune linee di orientamento e di azione”, è un’analisi politica sopraffina.

In tutto l’opuscolo c’è l’uomo al centro, anzi l’Uomo, l’essere senziente e pensante per eccellenza, che invece di essere «amministratore responsabile» del Creato, il “collaboratore” di Dio, si comporta come «dominatore assoluto», perché «Nella modernità si è verificato un notevole eccesso antropocentrico», e nel contempo «La cultura del relativismo è la stessa patologia che spinge una persona ad approfittare di un’altra e a trattarla come un mero oggetto».
In questa Lettera Enciclica traspare tutto il dolore del Papa per le condizioni in cui vivono tutte le Creature, quelle umane e quelle animali, maltrattate, sfruttate, oppresse, soppresse.
E quando esorta: «Un’ecologia integrale ci deve far riflettere sui nostri stili di vita e sui nostri ideali», lancia un messaggio che va dritto non solo al cuore, penetra il cervello.

A mio parere, la bozza della Carta di Milano sulla grande materia “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita” dovrebbe essere riscritta, cercando di dare le risposte sul concreto, sul fattibile ora e subito, ai problemi elencati dalla lungimiranza di Papa Francesco, uno per uno.
Se sarà redatta con una sfilza di: “si dovrebbe”, “ci impegniamo a”, “le soluzioni da valutare a livello centrale saranno”, “le popolazioni hanno diritto di” …, tutto resterà sulla carta, e vivremo sempre peggio.

Maura Sacher


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