Stile e Società

L’Ambasciata Ungherese di Roma festeggia con l’eccellenza dei suoi vini

La cerimonia per il 66˚ anniversario della Rivoluzione Ungherese del 1956 è stata accompagnata da una apprezzatissima degustazione.

Nel panorama internazionale della viticoltura ci sono paesi con cui le possibilità di incontro risultano più rarefatte e tra questi c’è anche l’Ungheria, che Egnews ha già avuto piacere di conoscere grazie all’Ambasciata Ungherese di Roma.

Senza esitare abbiamo risposto al nuovo invito  dell’Ambasciatore Ádám Zoltán Kovács, che in occasione dei festeggiamenti per la festa Nazionale Ungherese del 66˚ anniversario della Rivoluzione del 1956, ha organizzato per i suoi ospiti una degustazione di vini provenienti da alcuni dei territori più vocati del proprio paese.

Tanti gli ospiti eccellenti che hanno onorato l’evento aperto dal discorso dell’Ambasciatore e delle rappresentanze politiche Ungheresi e dalla presenza della Fanfara dei Carabinieri, che tra gli altri ha eseguito anche gli inni nazionali di Italia e Ungheria a sottolineare i rapporti di amicizia tra i due paesi.

Parlando di Ungheria quando nella stessa frase compaiono le parole eccellenza e vino il pensiero seleziona l’automatismo che porta direttamente al Tokay, che infatti è stata tra le regioni protagoniste della degustazione e annunciata come “…il miracolo della natura”  rappresentata dalla Cantina Patricius della famiglia Kékessy.

Un’Azienda di 85 ettari tra cui otto storici vigneti Premier Cru e le cui prime notizie risalgono al XVIII secolo.  Oggi alla guida c’è  Dezső Kékessy con sua figlia Katinka, che insieme al direttore generale Péter Molnár vinificano le uve nella cantina situata per la precisione a Bodrogkisfalud.

Tra i vini presentati l’indiscussa eccellenza del Patricius Tokaji Aszu 6 Puttonyos 2017 , una nuvola di dolcezza di grande eleganza impreziosita dalle note agrumate e i toni fumè e speziati distesi sulla delicatezza floreale. Bocca di grande morbidezza sostenuta dalla gradevolissima acidità che bilancia il sorso con grande gusto.

La regione del lago Balaton è stata invece presentata come “…il regno dei vini particolari” in cui si distinguono diverse aree caratterizzate per la ricchezza dei suoli, che variano da caratteristiche vulcaniche, basaltiche  e calcaree, accompagnati da un microclima che completa il favorevole ambiente pedoclimatico.

Per la zona del Monte Badacsony era presente la Cantina Szeremley, Azienda impegnata nella salvaguardia e la sopravvivenza dei suoi vitigni autoctoni messi a dura prova dalle travagliate vicissitudini storiche del paese. Di Szeremley in assaggio tra le sue proposte un’altra eccellenza dolce, a conferma della vocazione Ungherese per questa tipologia di vini.

Il  Zeus 2006 da vitigno omonimo è un vino da vendemmia tardiva di grande intensità  ed eleganza. Ventaglio olfattivo di frutta disidratata come fichi e albicocca, ma  anche di miele e caramella mou e note aromatiche di spezie e incenso. Bocca ricca e piena in cui il ruolo dell’acidità gioca un ruolo decisivo importante, riuscendo a mettere in perfetto equilibrio l’enorme influsso della morbidezza.

Sempre per la regione del Balaton presenti i vini della zona di Balatonboglár con la Cantina Konyári, tra le più importanti della parte meridionale del Balaton dove  la viticoltura appare nelle testimonianze storiche sin dal 1700. Un’estensioni di 30 ettari ad altitudini tra i 150-250 m slm in cui si coltivano vitigni autoctoni ed internazionali.

In degustazione Pàva 2019, rosso da uve Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc in cui insieme al frutto maturo si rintracciano note olfattive balsamiche e varietali. Bocca di struttura ma grande equilibrio con presenza tannica non invasiva che può evolvere ulteriormente nel medio invecchiamento.

Ha completato il ventaglio degli assaggi La regione vinicola del Pannon presentata come “…il mondo dei vini mediterranei”  per via del clima che investe il suo territorio collinare conferendogli questa tipicità del profilo.  L’antica tradizione vitivinicola ha qui  intrecciano le presenze di diversi popoli come Serbi, Turchi e Svevi. L’area di Villany  ha avuto un ruolo fondamentale per la rinascita del vino Ungherese dopo il disastro della fillossera.

Per questa area era presente la Cantina Bock, indicata come tra le più identitarie del territorio. Nata da una famiglia di origini tedesche che ha iniziato la sua attività nel 1850 e condotta a partire dal 1981 da József Bock, enologo che guida il coinvolgimento di tutta la sua famiglia.

Tra le sue etichette Bock  REDy 2021 da uve Portugieser, Kékfrankos e Merlot. Vino di grande immediatezza e accessibilità grazie all’intensità delle note di amarena e la dolcezza delle note speziate. Grande agilità di bocca sorso di piacevole morbidezza e frutto gustoso in buona persistenza.

Sempre in Pannonia dai vigneti intorno alla citta di Szekszárd, zona collinare dove la viticoltura è praticata sin dai tempi degli antichi romani, era presente la Cantina Dúzsi guidata da Tamás Dúzsi enologo e viticoltore di lunga esperienza maturata sul campo e prima ancora attraverso la consulenze e l’insegnamento.  Oggi con la sua azienda coltiva oltre 50 ettari di vigneto producendo diverse etichette che riscuotono il consenso della critica.

Tra i vini in assaggio il Kékfrankos 2021 Rosè dal bellissimo colore  buccia di cipolla, e note delicate di piccola frutta rossa e spezie. Bocca di acidità accattivante e frutto gustoso in complessiva eleganza. Un grande rappresentante dei vini Rosati Ungheresi.

Sempre dalla Pannonia ma dalla zona di Bataapati  la Cantina Tűzkő, situata tra le colline di Tolna a 150 km a sud di Budapest. La storia della Cantina è stata per lungo tempo legata alla famiglia dei Conti Apponyi di origini settentesche e originaria della Francia. Successivamente la Famiglia Antinori riconoscendo l’alta potenzialità della zona ha dato seguito alla produzione di altissima qualità.

Tra i vini presenti   e assaggio che chiude la serata il Sauvignon blanc 2021, Naso delicato di frutta  bianca e lieve sfumatura verde. Bocca di composto equilibrio grazie alla piacevole acidità che duetta con le morbidezze in persistenza.

Bruno Fulco

 

 

 

 

 

 


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