Un occhio sul mondo

L’Albania protagonista al Merano WineFestival

L'Albania protagonista al Merano WineFestival L'azienda Çobo Winery di Berat, la "città dalle mille finestre", patrimonio dell'Unesco

L’Albania protagonista al Merano WineFestival

I fratelli Muharrem e Petrit, proprietari della Çobo Winery in Albania

L’azienda Çobo Winery di Berat, la “città dalle mille finestre”, patrimonio dell’Unesco, sabato  presenterà uno dei gioielli della casa: il Vlosh, mitico vino del Paese delle Aquile. La Masterclass sarà guidata da Luca Gardini.

Luca Gardini, incoronato qualche anno fa miglior sommelier d’Italia e del mondo, oggi responsabile  della Guida dei Vini dell’Espresso, lo ha inserito nel Pantheon dei tre migliori vini al mondo. Giudizio che condivido dopo averlo assaggiato con l’amico Gianpaolo Girardi. Un vino ricco di tannini, avvolgente e intrigante che affianco ad altre mie personalissime etichette del cuore: lo spagnolo Vega Sicilia Unico della Ribera del Duero, il Riesling Renano della cantina Künstler, il Pinot Noir Grand Cru del Domaine de la Romanée Conti, il Tignanello di Antinori, il Taurasi Radici di Mastroberardino, lo Champagne Première Cuvée Extra-Brut Riserva Perpetua di Bruno Paillard e, non ultimo, il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Collezione di famiglia del Gruppo Lunelli.

Vlosh, quel vino-mito sopravvissuto all’era glaciale e al diluvio universale

L’imprenditore albanese Muharrem Çobo con la figlia e il giornalista Giuseppe Casagrande

L’etichetta che Luca Gardini ha posto sul piedistallo dei vini iconici del pianeta è il Vlosh, storico vino dell’Albania sopravvissuto all’era glaciale e al diluvio universale sulla mitica Arca di Noè. Un vino che ha affrontato senza mai arrendersi le guerre, le invasioni, la dominazione ottomana che ne vietava il consumo e poi il diktat del regime comunista che espropriò le imprese private. 

L’Albania è uno dei Paesi balcanici che vanta i vigneti più antichi d’Europa. Infatti è proprio nel Paese delle Aquile che la viticoltura si sviluppò fin dall’VIII secolo avanti Cristo Cristo grazie ai vitigni autoctoni che si erano miracolosamente salvati. Secondo alcune fonti, le barbatelle sarebbero state portate in Francia, all’epoca dei Romani, proprio dall’Albania.

Sabato al Merano WineFestival la Masterclass con Luca Gardini

I fratelli Petrit e Muharrem Çobo titolari dell’azienda vitivinicola di Ura Vajgurore (Albania)

Sabato 8 novembre, ore 13.30, all’Hotel Terme di Merano nell’ambito del 34° WineFestival queso vino rosso sarà protagonista di una masterclass esclusiva con Luca Gardini che guiderà una degustazione dedicata ai vini di Çobo Winery,

la cantina simbolo della rinascita vitivinicola albanese. Una cantina nata tra le splendide colline di Berat, la “città dalle mille finestre”, patrimonio dell’Unesco, che oggi è riconosciuta a livello internazionale per la riscoperta e la valorizzazione degli antichi vitigni autoctoni dell’Albania. 

Un vino che racconta l’anima ancestrale di un territorio tutto da scoprire

La barricaia della Çobo Winery a Ura Vajgurore (Albania)

Durante l’incontro, intitolato “Special Tasting Çobo Winery: degustazione Verticale del Vlosh”, Luca Gardini guiderà i wine lover in un viaggio sensoriale attraverso le annate 2021, 2017, 2015, 2012 e 2010 di questo vitigno unico al mondo, simbolo della rinascita del vino albanese.

Sarà un’occasione per esplorare l’evoluzione nel tempo del Vlosh di Berat, vitigno autoctono antichissimo che dà vita ad altri due gioielli: E Kuqja e Beratit Vlosh. Un vino che consentirà di scoprire le diverse sfumature che raccontano la storia, la forza e l’anima ancestrale di un territorio magico.

Quei vigneti alle pendici del Monte Tomorr simbolo della rinascita

Il vino simbolo della rinascita della viticoltura albanese

Fondata negli anni ’90 da Pashko Çobo e oggi guidata dai fratelli Petrit e Muharrem, Çobo Winery si estende su 38 ettari di vigneti alle pendici del monte Tomorr, tra i suoli calcarei e i riflessi di luce della città di Berat bagnata dal fiume Osum, città famosa per le bianche case ottomane e per il castello, patrimonio mondiale dell’Unesco, che si erge su una roccia a strapiombo offrendo una vista mozzafiato.

Qui, tra passato e futuro, la famiglia Çobo ha scelto di riscoprire vitigni autoctoni quasi scomparsi quali Vlosh, Puls, Shesh i Zi, Shesh i Bardhë, Kallmet e trasformarli in vini che raccontano l’identità del Paese delle Aquile. Con la partecipazione al 34° Merano WineFestival, Çobo Winery invita i wine lover a scoprire l’Albania, terra di antiche tradizioni vitivinicole, che trova oggi una nuova voce nei calici di Berat.

Remi Çobo, laureato a Trento: la sua è una straordinaria storia di emigrazione

Quella di Petrit e Muharrem Çobo è una straordinaria storia di emigrazione. I due fratelli erano tra le migliaia di albanesi assiepati sulla nave Vlora – molti ricorderanno le immagini dello sbarco a Brindisi nel 1991 – simbolo del massiccio fenomeno migratorio di quegli anni verso l’Italia. Nel Belpaese rimasero per un decennio, stabilendosi a Trento dove studiarono e strinsero amicizie. Muharren, familiarmente ribattezzato dai trentini Remi, si laureò “cum laude” alla facoltà di Giurisprudenza. Nel 1993 grazie alla rimesse dei figli, papà Pashko Çobo acquistò il primo ettaro di terra a Ura Vajgurore, nel Centrosud dell’Albania.

La lunga tradizione di famiglia interrotta dal regime comunista di Enver Hoxha

Berat, la città dell’Albania dalle mille finestre, patrimonio dell’Unesco

“Nonostante una lunga tradizione risalente agli inizi del 1900 – racconta Muharrem Çobo – la mia famiglia, come molte altre in Albania, fu costretta a interrompere la produzione quando nel 1945 il regime comunista di Enver Hoxha prese il potere. Le imprese private non erano ammesse. Solo dopo il 1991, con la caduta del regime, siamo riusciti a ripartire da zero.”

“Nel 2001 io e mio fratello abbiamo deciso di tornare a casa. Il vino in Albania ha una tradizione molto antica, si è sempre prodotto e si è sempre consumato”, ricorda Muharrem. “Chi aveva un pezzo di terra, la prima cosa che piantava era la vite e qui si è sempre prodotto il tradizionale distillato, il Raki”.

Il consiglio della nonna: “Coraggio, la vite è una pianta generosa”

I vigneti terrazzati della tenuta vitivinicola Çobo a Ura Vajgurore (Albania)

“Nostro nonno già faceva il vino e ci ha trasmesso questa tradizione” aggiunge Remi. “Nel 1993 con le mie rimesse dall’Italia abbiamo preso il primo ettaro di terreno e, confrontandoci in famiglia e seguendo il consiglio e l’incoraggiamento della nonna che saggiamente faceva notare come la vite fosse una pianta generosa, decidemmo di mettere a dimora nuovi vigneti.”

Oggi l’azienda Çobo coltiva anche Cabernet e Merlot, ma il cuore è sempre legato ai vitigini autoctoni, a partire dal Vlosh, a bacca rossa e maturazione tardiva. Le rese sono molto basse, ma le condizioni pedoclimatiche favorevoli consentono di limitare i trattamenti fitosanitari. L’azienda esporta in Svizzera, Belgio e da poco anche in Italia (li commercializza Proposta Vini). I vigneti dell’azienda, messi a dimora su colline terrazzate, oggi sono considerati uno dei siti vitivinicoli più belli del Paese.

In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)


Grazie per aver letto questo articolo...

Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi.
Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio