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La vespa samurai ha ottenuto il via libera contro la cimice asiatica

L’introduzione della vespa samurai (Trissolcus japonicus), nota principalmente come antagonista naturale della cimice asiatica (Halyomorpha halys), è un meccanismo della lotta biologica finalizzato a ridurre significativamente il numero delle cimici marmorate, le quali come un vero flagello da una decina di anni stanno devastando i frutteti di gran parte del Nord Italia.

Fino ad ora erano risultati vani gli interventi con i pesticidi per contenere la diffusione della cimice, che, arrivando a sciami, attacca meli, peri, kiwi, ma anche peschi, ciliegi, albicocchi e piante da vivai con danni che possono arrivare fino al 70% e oltre delle produzioni.
La Coldiretti stima i danni complessivi creati a 48 mila aziende italiane in 740 milioni di euro. In Regioni come Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Trentino Alto Adige questo animale che può attaccare fino a 300 specie coltivate ha portato nel giro di poco tempo contadini e agricoltori allo sfacelo, lasciandoli privi di ogni raccolto.
Ma l’insetto arriva anche in città e penetra nelle case, si attacca ai muri e le sue dimensioni non sono proprio rassicuranti (infatti hanno una lunghezza di 12-17 mm).

Già nel 2018, l’allora Ministro per le politiche agricole e forestali, Gianmarco Centinaio, autorizzò uno studio per valutare la possibilità di utilizzare la vespa samurai nel combattere l’invasione delle cimici cinesi, affidato al Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea). Ma ci sono voluti altri mesi e mesi di sperimentazione, di validazione e di valutazione del rischio, dopo gli studi dell’Ispra, Arpa, Crea di Firenze e diverse Università, prima che il Governo acconsentisse al suo uso.

Dal 14 giugno 2020 è arrivato il via libera con un decreto del Ministero dell’Ambiente per l’inizio sperimentale della lotta biologica. Il provvedimento autorizza l’immissione della vespa samurai nelle regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e nelle provincie autonome di Bolzano e Trento.

All’interno di tubi di cartone biodegradabili le piccole vespe (circa 100 femmine e 10 maschi per sito per più “lanci”) verranno piazzate nei pressi di frutteti, esclusivamente in corridoi ecologici, siepi, aree verdi, vegetazione sugli argini di corsi d’acqua e in genere in prossimità di colture agrarie, in siti agricoli predeterminati dove sono state individuate le masse di uova di cimice asiatica.

Questa vespa è un parassita delle uova: per riprodursi depone le sue uova all’interno di quelle della cimice, parassitandole e prosciugandole. Così facendo impedisce alla cimice di nascere.
Va specificato che la vespa può arrivare ad avere dieci generazioni l’anno, mentre la cimice asiatica non supera le due.
Ci vorranno, dunque, si spera, solo un paio di stagioni per debellare questo flagello che sembra attestato sia arrivato dalla Cina.

Maura Sacher


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