La Venere sprecata al peggio non c’è mai fine
Il video sul turismo italiano a corredo della insulsa campagna che utilizza la famosissima Venere dipinta da Alessandro di Mariano fiorentino meglio conosciuto come Sandro Botticelli è stato girato in Slovenia.
Le immagini sono riportate in bassa risoluzione e l’unica cantina mostrata è appunto in Slovenia.
Questioni di budget?
E qui cominciano gli errori, le storpiature e gli stereotipi che connotano questo goffo tentativo di pubblicizzare il nostro Paese e invogliare i turisti a visitare l’Italia. 
Purtroppo il Paese più bello del mondo viene promosso nella maniera più brutta e sbagliata.
La campagna commissionata alla agenzia Armando Testa da ENIT – Ente Nazionale del Turismo Italiano e dal ministero del turismo ha in “Open to Meraviglia” il suo focus.
Purtroppo anche una grande agenzia di pubblicità quale la Armando Testa non è riuscita ad uscire dai soliti luoghi comuni.
Le unicità italiche sono rappresentate dal desueto clichè pizza e mandolino.
La Venere del Botticelli in versione di influencer virtuale non riesce a trasmettere un messaggio di una Italia contemporanea.
Questa campagna è superata e appannata, non trasmette assolutamente un senso di modernità, contemporaneità e freschezza.
E poi ci sono gli errori marchiani nella traduzione di nomi di località che denotano una dose di superficialità non accettabile.
Il Made in Italy deve essere promosso con una strategia di marketing incisiva e non raffazzonata.
E nemmeno la pagina acquistata nel Corriere della sera dalla agenzia Armando Testa che recita “OPEN TO GRAZIE” riesce a rimediare alle topiche perpetrate nella campagna.
La Venere che mangia la pizza indossando una maglietta a righe e ha a corredo un bicchiere d’acqua o che si scatta un selfie davanti a Piazza San Marco sono veramente immagini inappropriate.
E le scritte in inglese, a parte Made in Italy, avranno fatto certamente inbufalire il parlamentare Fabio Rampelli
di fratelli&sorelle d’Italia che vuole multare chi adopera parole inglesi o straniere.
E nemmeno la ministra (?) Daniela Garnero, Santanchè è il cognome dell’ex marito, deve aver prestato molta attenzione nel visionare e approvare la campagna di marketing.
D’altronde è alle prese con la querelle delle concessioni balneari pur essendo contitolare di un locale a Marina di Pietrasanta che è ubicato nella spiaggia.
Ma il conflitto di interesse è da tempo un argomento obsoleto.
Umberto Faedi
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