Stile e Società

La UE finanzia l’esportazione ortofrutticola italiana

Un anno fa, a sostegno del Made in Italy all’estero, l’Italia aveva proposto alla Commissione Ue di elevare la percentuale di finanziamento comunitario per i programmi di promozione dei prodotti agricoli nazionali.

La proposta era stata discussa dal Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura Ue: la delegazione italiana chiedeva che il testo portasse la quota di finanziamento dal 50 al 60% per i programmi semplici e dal 60 al 70% per quelli multipli, o per i programmi semplici nei Paesi terzi.

Alcuni giorni fa giunge la notizia che la Commissione europea ha deliberato il finanziamento per 130 milioni di euro, su tre anni, di 41 programmi presentati da 18 Stati Membri, al fine di promuovere i loro prodotti agricoli all’interno del Mercato Unico e verso i Paesi Terzi. Della metà, 65 milioni provenienti dal bilancio Ue, 17 sono destinati al mercato interno Ue e 24 ai Paesi terzi.

I programmi finanziati coprono un ampio spettro di categorie di prodotti, dagli ortofrutticoli freschi ai prodotti lattiero-caseari, prodotti di qualità (Dop, Igp e Stg), prodotti biologici, olio d’oliva, carni e una combinazione di categorie diverse.

Sono stati selezionati tre programmi italiani per un totale di 7,1 milioni di euro che andranno ad aggiungersi ai 7,2 messi a disposizione dall’Italia. Nel dettaglio si tratta del Consorzio olivicolo italiano (Unaprol), dell’Istituto valorizzazione salumi italiani (Ivsi) e del Centro servizi ortofrutticoli (Cso).

In particolare veniamo informati che al CSO è stato concesso un finanziamento da 5,2 milioni di euro «per promuovere la conoscenza e favorire l’export dei prodotti freschi e trasformati leader dell’ortofrutta italiana in Paesi quali Stati Uniti, Canada, Cina, Giappone ed Emirati Arabi». Il progetto è finanziato al 50% dall’Unione Europea, dal 20% dallo Stato italiano e, per la restante quota dai soci CSO aderenti.

Inoltre, dal sito della Commissione europea emerge (notizia del 31 ottobre 2014) che il Consorzio Prosciutto San Daniele può promuovere i suoi prodotti in Germania, Gran Bretagna e Austria, grazie a un progetto triennale su cui ha ricevuto fondi per 2,80 milioni di euro (5,61 milioni il contributo totale).

Maura Sacher

Nota: Notizie da fonti varie, assemblate e adattate, fatto salvo il Copyright di ognuna, anche se non espressamente citato.


Grazie per aver letto questo articolo...

Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi.
Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio