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La rabbia, la beffa e le comiche

La rabbia è insormontabile.
Non è possibile che qualcuno, più di uno, al Governo di questo Paese se ne freghi così tanto dell’economia nazionale e in particolare delle vite degli Italiani.

Coprifuoco alle ore 22? Alle ore 23 che differenza fa? o alle 24!
È assodato – da più scienziati – che non è “scientificamente” provato che un’ora o l’altra trattenga l’infezione virale dal diffondersi, dato che questa si trasmette per trasmissione ravvicinata.

Allora dicano quanti sono i contagiati tra i giovani assembrati per gli aperitivi nei ritrovi pomeridiani in città come Roma, Milano, Napoli.
E dicano quanti sono i contagiati nei paesini di montagna, distribuiti lungo e Alpi e gli Appennini, che contano neanche mille abitanti e un solo bar e una sola trattoria!

Non mi importa un fico secco della scusa che alcuni governi di altre Nazioni mettano in atto misure orarie restrittive ai propri connazionali. Il governo italiano è l’unico che non ha prontamente compensato le chiusure e l’inattività di tutti i lavoratori.

Con l’aggiunta che da noi si aggiunge la beffa al danno.
I ristoratori non hanno diritto ad alcun “ristoro”, se aprono.
E nemmeno se non riscuotono introiti sufficienti a coprire le spese di gestione.

Nemmeno se nel frattempo piove e mancano i clienti.

Perché non possono aprire tutti quelli che per gli spazi interni si sono dotati di tutte le misure sanitarie e di sicurezza già da un anno?

Io sono del Nord, da noi se vuoi cenare dopo le 21 (estate o inverno), difficilmente trovi un ristorante o trattoria che ti accolga perché alle 22 “la cucina chiude” e ti devi accontentare di una pizzeria. Aperte anche per “il dopo teatro”. Robe nostre.
Ma altrove la vita vera comincia in altri orari. Appena quando da noi ci si ritira in casa, salvo le eccezioni dovute all’età.
È per punire la parte dello stivale che alle 22 con le temperature della bella stagione ha l’usanza di uscire per la cena?

L’Italia è l’Italia! È sempre stato un paese di gente creativa, operativa, dignitosa, anche quando ha toccato i livelli più bassi di miseria.

Ma che un virologo se ne sia uscito con il lancio della moda dell’abbronzatura con il segno della mascherina sulla faccia, supera ogni idea di creatività, ogni fantasia.
Siamo alle comiche!

Maura Sacher

 

 


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