Vino e Ristoranti

La Puglia contro il Primitivo da coltivare in Sicilia

È di questi giorni la presa di posizione congiunta dei Consorzi di tutela del Primitivo pugliese e del Governatore della regione Puglia sulla decisione della Giunta regionale della Sicilia di autorizzare la coltivazione della varietà Primitivo sull’intero territorio regionale.

«Il Primitivo è un vitigno pugliese, espressione coerente del nostro territorio e delle nostre tradizioni vitivinicole. Inoltre, la sua affermazione commerciale che lo pone come prodotto traino dell’economia vinicola, agroalimentare e enoturistica regionale, è il risultato di decenni di sforzi e investimenti, sacrifici dei viticultori. E non possiamo tollerare che tale patrimonio sia sottratto».
Così si esprimono congiuntamente il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria Doc e Docg, il Consorzio del Salice Salentino doc, il Consorzio del Primitivo di Gioia del Colle Doc, il Consorzio di Brindisi e Squinzano Doc, il Consorzio dei vini Doc e Docg Castel del Monte, l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino delegazione Puglia, il Consorzio Movimento Turismo del Vino Puglia, l’Assoenologi Puglia Basilicata e Calabria, il Cia – Agricoltori Italiani Puglia, e la Confagricoltura Puglia.
Inoltre, fanno presente che, in merito alla modifica del Decreto Ministeriale 13 agosto 2012 concernente l’etichettatura e la presentazione dei prodotti del settore vitivinicolo Dop e Igp, vi è la necessità di un’immediata presa di posizione regionale.

Il Governatore Michele Emiliano alle forti preoccupazioni nel mondo agricolo pugliese aggiunge: «Siamo pronti a una dura opposizione, in tutte le sedi consentite», mentre del caso è stato interessato anche il Ministro dell’Agricoltura, Bellanova, pugliese lei stessa.

Il Ministro, mentre rassicura che “mai” una bottiglia di vino siciliano Dop o Igp potrà chiamarsi “Primitivo”, ricorda che nel DM del 2012, allegato 2, quella varietà Primitivo può essere usata nell’etichetta di vini Dop o Igp non solo della Puglia ma anche delle regioni Basilicata, Campania, Abruzzo, Umbria, Lazio e Sardegna, dove sono impiantate viti di Primitivo.
«Pertanto – è il suo parere – nulla vieta che anche la Sicilia, dopo adeguata sperimentazione, lo classifichi prima in osservazione e poi lo dichiari eventualmente idoneo alla coltivazione».
In effetti l’Irvo, l’Istituto regionale vite e vino di Sicilia, aveva iniziato già negli anni ’90 la sperimentazione della coltivazione di questo vitigno pugliese, con finanziamenti ministeriali.

Del resto in molte regioni, nel tempo, sono stati autorizzati impianti di varietà non autoctone.

Agli osservatori colpisce solo un fatto: che la reazione dei Consorzi sorga alle cronache solo oggi, mentre la decisione della Regione siciliana di autorizzare gli impianti di Primitivo è stata ufficializzata già nell’agosto 2019.

Il Puglia il Primitivo è l’uva più diffusa. Solo il consorzio del Primitivo di Manduria coltiva 4.500 ettari con questa uva e ha un potenziale di produzione di 25 milioni di bottiglie.

Maura Sacher


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