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Festa per la Puglia al BIT 2013 e quattro chiacchiere con Nichi Vendola

In occasione del BIT 2013, la Regione Puglia ha organizzato a Milano presso lo Spaziosarpi una serata molto particolare presentata da David Riondino, per promuovere le bellezze, le ricchezze e le peculiarità di questa regione attraverso i cinque sensi: vista, olfatto, gusto, tatto e udito.

Il compito è stato affidato a Daniele De Michele alias Donpasta attraverso lo spettacolo Food Sound System – Riflessioni di un gastrofilosofo, che, insieme alla sua band composta da quattro elementi, ha dato vita ad un live show-music-cooking con tanto di signora pugliese che sul palco preparava in diretta le orecchiette. Food Sound System è un progetto multimediale cretato da Donpasta dove appunto si mescolano cucina, musica, racconto popolare ed immagini. La favola di un vecchio cantastorie e le disavventure di un cuoco maldestro. Una serata di successo visto il numero di giornalisti e ospiti presenti che hanno estremamente gradito i vari assaggi di piatti tipici pugliesi come focaccia e “piccilatidd”, zucchine alla poverella, lampascioni sott’olio, crostini con broccoli, fave e cicorie, orecchiette al pomodoro, basilico e ricotta marzotica, braciolette alla barese e biscotti cegliesi. Ospite d’onore dell’evento il governatore della Regione Puglia Nichi Vendola, al quale ho rivolto alcune domande.

La crisi attuale sta distruggendo molte attvità comprese quelle legate al mondo del cibo e del turismo, che cosa si può fare?

N.V.: L’Italia ha bisogno di ricostruire globalmente una sua strategia in materia di turismo, ha bisogno di rimettere insieme tutti gli attori e di ricostruire un sistema del turismo. Ha bisogno di investire di più, di una promozione e di un marketing territoriale, che non sia affidato a centomila soggetti in una dimensione polverizzata dell’informazione. Ma che sia invece molto più capace di presentare sulla scena del mondo il sistema italiano del turismo. Perché il turismo non può che essere intrecciato alla promozione culturale, alla protezione e conservazione dei beni culturali e ambientali. E’ una politica globale. L’enogastronomia da un lato è un problema del modello di sviluppo nell’agroalimentare, un modello che deve incentrarsi sempre di più sulla difesa della qualità del prodotto, della sua tracciabilità, della sicurezza alimentare.

Com’è la situazione pugliese in questo momento?

N.V.: E’ per fortuna in grande crescita. Noi eravamo produttori di semilavoratori nel settore enologico, oggi abbiamo alcune tra le più importanti cantine d’Italia. Il Negroamaro è forse il vino più conosciuto e venduto. Insomma i nostri vini hanno “sfondato”.

Qual è il prodotto pugliese che è andato perduto e invece andrebbe riscoperto?

N.V.: Un po’ tutti, ma soprattutto il vino. La lavorazione sui vitigni tradizionali: il Nero di Troia, il Primitivo di Manduria, il Negroamaro, L’approfondimento della ricerca sulla qualità dei processi di vinificazione e di conservazione del vino, il miglioramento quindi della qualità e dei processi produttivi. Si è imparato a produrre il vino sempre meglio, a imbottigliarlo, le varie fasi di trasformazione dei prodotti, a creare un marchio decente, un marketing moderno.

Le piace cucinare o preferisce andare al ristorante?

N.V.: In assoluto preferisco cucinare, anzi per me la felicità è andare a fare la spesa per poter cucinare.

Qual è il suo piatto preferito da mangiare?

N.V.: Il mio piatto preferito sono i cavatelli con i ceci, in bianco, olio a crudo,  profumo di foglie di alloro e pepe fresco sopra, accompagnati da un piattino di olivette fresche frizzanti, ancora acerbe. Abbinato ad un vino rosso, il Negroamaro.

Invece il piatto che ama cucinare, il suo “cavallo di battaglia”?

N.V.: La pasta al forno e il brodo, anhe se per fare il brodo ci vuole un giorno intero. La pasta al forno come la preparo io è fatta con salsa di pomodoro fresca, uso i classici maccheroni corti o anche lunghi, con polpettine cucinate prima nel sugo, alcuni strati di mozzarella, mortadella, poi ricoperta da uno strato di fettine di pomodoro fresco, un po’ di pangrattato, origano, olio e pepe. Quando si è formata la crosticina la pasta al forno è pronta.

Isabella Radaelli

i.radaelli@egnews.it


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