Un occhio sul mondo

La produzione dell’olio EVO italiano è in forte calo come nel resto del mondo

La produzione dell'olio EVO italiano è in forte calo come nel resto del mondo

La produzione dell’olio EVO italiano è in forte calo come nel resto del mondo

La campagna olivicola si è oramai praticamente conclusa con un vistoso calo di produzione dell’olio EVO italiano. 

La flessione produttiva concentrata soprattutto in alcune regioni è stimata globalmente ad un meno 37 %. 

Questo corposo calo farebbe retrocedere l’Italia al terzo posto come paese produttore dopo Spagna e Grecia. 

La produzione totale arriva a 208.000 tonnellate rispetto alle 330.000 dello scorso anno. Sono assai pessimistiche pure le previsioni per quanto concerne la produzione mondiale. 

La Spagna vedrà un forte calo della produzione stimato addirittura intorno al 45 % e la qualità del suo olio è da sempre nettamente inferiore a quello italiano. 

Solo la Grecia nell’ambito del Mare Nostrum  aumenterà il suo quantitativo superando le 300.000 tonnellate. 

In calo netto la produzione della Tunisia con una flessione valutata almeno del 25 %. 

Tutte le nazioni comprese dell’area del Mediterraneo nella quale si concentra la quasi totalità della produzione di olio EVO hanno visto un netto calo di rese. 

In Portogallo meno 50 %, Turchia, Algeria Marocco ed Egitto arretrano con una media del 30 % in meno. 

I fattori negativi che hanno influenzato la resa degli ulivi sono in primis la perdurante, perniciosa siccità e le altissime temperature estive. 

Il caldo tuttavia ha evitato l’espansione di attacchi fungini e ciò ha consentito in alcuni regioni di ottenere livelli qualitativi assai elevati. 

La Puglia è la regione che ha subito il peggior calo di resa con il 52 % in meno, a seguire Calabria – 42 % e Sicilia – 25 %.

 L’intero Sud Italia ha visto purtroppo un drastico abbassamento della resa. 

Abruzzo – 40 %, Molise – 15 %, Basilicata – 40 %, Calabria – 42 %, Sardegna- 13 %. 

Anche le Marche in Centro Italia vedono un calo stimato intorno al 25 %. Umbria  Toscana e Lazio marcano invece buoni numeri con una media del 24 % in più di rese. 

Nel Nord Italia tutte le regioni olivicole dal Piemonte all’Emilia Romagna fanno segnare un aumento medio della loro produzione del 71 % e una ottima alta qualità. 

Umberto Faedi


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Umberto Faedi

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