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La macchina del fango

Il nostro ormai ex Belpaese è sommerso dal fango. L’inclemenza e la quasi cattiveria del tempo perversamente uniti ad un vento incessante colpiscono e sferzano inesorabilmente l’Italia da Nord a Sud.

Pompei continua a perder pezzi così come la Reggia di Caserta e i Tempi di Agrigento, intere province che non dovrebbero più esistere e regioni sono invase e devastate dal fango.
Questa situazione rischia di schiantare quei pochi settori che ancora cercano faticosamente di trainare fuori dalla palude della recessione e della crescita zero la nostra economia.
Dall’Australia il primo ministro afferma che l’Italia non è rappresentata solo dalla moda: siamo perfettamente d’accordo, ma oltre alle tante inutili parole da lui già dette, che cosa sta facendo l’esecutivo per Incentivare e incrementare i flussi turistici e per difendere la nostra eccellente agricoltura?
Sembrerebbe  proprio niente, e mentre gli altri paesi della UE le studiano tutte per danneggiare la nostra economia il tempo passa e le parole al vento e l’aria fritta imperano.
Se almeno nel vento implacabile ci fossero risposte, come diceva oramai cinquant’anni fa il grande Bob Dylan, ma purtroppo ci sono solo guai.
La burocrazia soffoca e intralcia ogni iniziativa d’impresa: emblematico il caso dell’aeroporto Federico Fellini di Rimini che era stato chiuso a causa degli ennesimi ricorsi all’italiana sbarrando una delle poche porte rimaste per i flussi turistici dalla Russia e dintorni dopo la proclamazione delle sanzioni contro l’ex URSS.

Per fortuna è in riapertura, ma non si può continuare così con centinaia di migliaia di pratiche e ricorsi che provocano pure disastri come quello di Genova che in specifico vede rimandati sine die i lavori per la sistemazione dei fiumi pericolosi a causa di un ricorso avverso alla effettuazione delle opere necessarie e arriva il fango.

E le norme a tutela dei nostri unici prodotti di eccellenza enogastronomica che vengono regolarmente disattese  a fronte di un governo che non fa nulla e non destina risorse per le cause contro i pirati e i contraffattori che oltretutto impiegano materiali di scarto se non avariati, ed arriva il fango perché il consumatore non informato o che non può permettersi prodotti di eccellenza è scontento di quello che ha comprato e quindi ne parla male.
A proposito di sanzioni in Italia siamo pratici visto che nel 1936 la Società delle Nazioni le impose all’Italia dopo l’attacco all’Etiopia. In quella occasione si reagì con l’autarchia e canticchiando una canzone che inneggiava a infischiarsene del provvedimento e al fatto che avendo l’Italia ben tre mari che la bagnano potevamo permetterci di pescare così tanto pesce da regalarne a tutto il mondo.

A distanza di nemmeno ottanta anni la nostra pesca è ridotta quasi al lumicino, il pesce pregiato se non viene pescato direttamente da pescherecci stranieri finisce in Asia, nel Nord Europa e in America.
Il mare nostrum é impoverito da decenni di pesca senza scrupoli e così importiamo milioni di tonnellate di pesce contaminato di dubbia provenienza e dallo scarso gusto e potere nutritivo. Importiamo latte da mezza Europa  ma si danno gli incentivi per abbattere le mucche, si danno con successo incentivi per estirpare le vigne con grande gioia dei nostri concorrenti vinicoli più agguerriti, e il fango avanza.
Altro che gufi e detrattori, la macchina del fango è attiva contro chi fa le cose per bene, chi agisce nelle regole e ad esempio non additiva il vino con lo zucchero, chi ha scrupolo nel mettere sul mercato prodotti sani.
Non si stanziano fondi per i monumenti e così siamo diventati la sesta o settima meta turistica dopo essere stati per anni la prima.
La designazione di Matera a scapito di Ravenna come Capitale Europea della Cultura mi sembra veramente una follia.
Non ho niente contro questa bellissima città, ma l’aeroporto più vicino è ad oltre cento kilometri, non ci arriva il treno ed i posti letto sono poche centinaia in tutta la provincia.
Non era meglio aspettare la prossima designazione e designare Ravenna che è servita dall’autostrada, ha vicinissimo ben tre aeroporti e  come ricettività può contare su migliaia di posti letto e all’occorrenza i visitatori si possono allungare con una trasferta minima a Bologna, Rimini, Forlì, Ferrara, Cesena, Faenza tutte città che offrono un patrimonio storico, culturale e monumentale di assoluto rilievo.
Da Matera dove si va una volta visitati i Sassi, a cercare altre spelonche con tutto il rispetto?
Umberto Faedi


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Redazione

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