Stile e Società

La forza dell’immagine

Mentre molti italiani si accingono a godere le vacanze agostane, nonostante le perturbazioni giornaliere e settimanali e alla notizia che “30 milioni resteranno a casa” (evidentemente le redazioni giornalistiche che la ripetono non sono al corrente che la nostra popolazione è di poco meno di 60 milioni), si intensificano gli eventi d’attrazione turistica in abbinata eno-gastronomica.

Di regione in regione, di città in città, dal mare ai monti, per le serate estive vengono proposte manifestazioni culturali, artistiche, museali, musicali, ove le eccellenze agroalimentari made in Italy sono presenti ma non sempre esaltate a dovere.
Non parliamo delle “sagre”, intorno alle quali alcuni anni orsono si sono montate delle querelle, ancora vive di tanto in tanto, tra ristoratori e commercianti da una parte e dall’altra le Pro Loco promotrici, tanto che si è giunti ad un accordo tra Fipe e Unipli e la stesura di un Manifesto delle Sagra Autentica con l’impegno a rispettare i sette punti elencati.  
Parliamo della presenza di prodotti enogastronomici in eventi con altre finalità.

Nonostante la spinta ad economizzare degli ultimi anni, è sempre più frequente organizzare “un dopo” inaugurazione, conferenza, mostra, concerto, con un rinfresco. L’affluenza di pubblico è maggiore e si sa, anche se non si dice, che è questo che conta. Perché ignorare chi contribuisce in modo tangibile al successo della manifestazione, nulla togliendo al valore dei personaggi protagonisti?
Si aggiunga, allora, sui manifesti “con i vini dall’azienda X” e il nome del fornitore ben visibile. Esso non è solo un optional nei menu delle cene collettive.
Altrettanto dovrebbe valere per la parte gastronomica, sia se preparata da una rosticceria sia da un catering: il lavoro, la prestazione d’opera di ogni com-parte deve ricevere il giusto riconoscimento.
 
I produttori eno-gastronomici hanno tutto il diritto di chiedere visibilità al proprio marchio, anche se la fornitura non è propriamente “offerta”, il che costituirebbe una pura sponsorizzazione nella manifestazione organizzata e non sempre viene ritenuto vantaggioso il feedback d’immagine. Essi preferiscono investire in partecipazione a fiere, rassegne, concorsi, degustazioni, insomma, a manifestazioni di settore.

Forse è questione di mentalità, di modernità, che probabilmente dovrebbe coinvolgere in primis gli enti che organizzano un evento di impronta culturale affinché si attivino ad associarsi a delle realtà territoriali produttive, nell’accoppiamento “beni immateriali + beni materiali” .

La Camera di Commercio di Milano ha aperto uno Sportello per le sponsorizzazioni: gli enti culturali, esclusi gli enti pubblici e a finalità di lucro, che intendono avvalersi di una rappresentanza delle attività produttive del territorio, enogastronomiche o artigianali, e nel contempo le medesime realtà che vogliano appoggiarsi a una qualche manifestazione, possono sottoscrivere un modulo. Un po’ come nella formula “cerco-offro lavoro”.

Attraverso la “Vetrina Progetti” si possono abbinare eventi a sponsor e viceversa. Si possono anche ottenere consulenze e assistenza gratuite ai fini di sgravi fiscali per pubblicità e attività di promozione.

Un esempio di buone pratiche per la valorizzazione dell’immagine, a cui oggi tanto si tiene.

Maura Sacher


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