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La decrescita felice

La decrescita felice

Ora vi racconto un’altra cosa, una cosa che, forse, è sfuggita a molti semplici cittadini, ma probabilmente non alla gente che potrebbe essere interessata in prima linea.

Vi ricordate una frase del discorso di mister Draghi al Senato il giorno del suo insediamento come capo dell’Esecutivo, il 17 febbraio 2021, quando ha letto la sua relazione programmatica?

La relazione ricalcava pari pari il progetto Next Generation EU e lo spacciava per il suo “Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza”, PNRR (che già l’acronimo suona come una pernacchia).

Ha dichiarato: «Anche nel nostro Paese alcuni modelli di crescita dovranno cambiare. Ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente».

Io l’avevo messa in evidenza in un mio scritto di allora, ma, è stato recepito l’allarme?
È stato capito bene? “Sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche”!

E indorava la pillola continuando «la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi».

Quali attività proteggere?
Che vuol dire? Ah, non lo so. Io sono fuori dal mercato del lavoro, però se fossi un artigiano, se avessi un negozio, una piccola impresa, mi preoccuperei.

L’introduzione obbligatoria del Green Pass altrimenti i lavoratori non devono lavorare (dando un calcio all’articolo 1 della Costituzione, e creando consapevolmente – questo è il dramma – una disgregazione sociale) e l’insistenza con le vaccinazioni (questi signori sono così poco affidabili che alzano senza alcun criterio logico l’assicella della quantità di popolazione da punturare, ora arrivata già oltre l’82% mentre pochi mesi fa auspicavano di raggiungere almeno il 70%, e sembra non gli basti!), questi due fattori bastano a mettere in ginocchio le attività economiche.

Non solo le piccole attività, ma anche quelle un po’ più grandi.

Il blocco dei porti commerciali nazionali, avranno ripercussioni su tante filiere, non solo agroalimentari.
Molleranno i lavoratori ai porti o molleranno i governanti?

Si vuole assistere al crollo economico e poi stabilire quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento?

Accompagnare a quale cambiamento?
“Accompagnare” come?

Solo l’affermazione che i “modelli di crescita dovranno cambiare” fa accapponare la pelle.

Stiamo arrivando finalmente alla “decrescita felice”?

Maura Sacher

 


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