Stile e Società

La Cina vieta l’importazione dei surgelati ritenuti veicolo di contagio

Il caos provocato dal covid 19 dilaga in tutto il mondo, tranne che in Cina.

Il governo è stato molto duro e risoluto  chiudendo intere regioni con decine di milioni di abitanti e dimostrando una efficienza galattica.

In una settimana si costruivano interi ospedali, quasi come in Italia dove a volte sono necessari anche solo trenta anni.

Il virus è stato circoscritto e rintuzzato e adesso l’economia cinese è l’unica a crescere nel.mondo.

In questa ottica le autorità sostenendo che la catena del freddo sia responsabile della trasmissione del virus dal cibo agli esseri umani hanno messo in atto misure rigide che colpiscono le aziende straniere che commerciano prodotti surgelati.

La task force di epidemiologi approntata dal governo cinese sostiene che carne e pesce surgelati in arrivo da altri paesi possono reintrodurre il virus nella nazione.

Test effettuati su gamberi in arrivo dall’Ecuador, salmone norvegese, calamari russi e ali di pollo dal Brasile, hanno denotato percentuali di batteri superiori al consentito.

Conseguentemente le autorità sanitarie hanno stabilito che tutto il cibo surgelato proveniente dall’estero dovrà essere disinfettato prima di arrivare sulle tavole dei consumatori cinesi.

Per quanto riguarda i frutti di mare la normativa prevede di sospendere per alcune settimane le importazioni dalle aziende i cui prodotti sono risultati positivi ai controlli anche solo una volta.

Ovviamente il malcontento di coloro che commerciano con la Cina è evidente.

Nel 2019 ben 6 milioni di tonnellate di prodotti ittici e 5 milioni di carni surgelate sono entrate in Cina.

E nei primi mesi del 2020 a causa della pandemia le importazioni denotavano addirittura un incremento. Per adesso è tutto…… congelato.


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Redazione

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