Tribuna

L’ olio extravergine è l’alter ego del vino

L’ olio extravergine italiano ha origini lontane e sta assumendo, finalmente, un ruolo importante e di tendenza.

Il ruolo fondamentale nella Dieta Mediterranea e sulle tavole degli italiani è ampiamente consolidato.

La Dieta è patrimonio dell’umanità e considerata come il regime alimentare più salutare, ottima per la prevenzione delle malattie degenerative.

L’ olio EVO è ricco di tanti composti bioattivi: acido oleanolico, l’oleocantale e l’idrossitirisolo. Ha proprietà antinfiammatorie e cardioprotettive e studi recenti hanno dimostrato che le sostanze presenti nell’olio EVO sono un efficace contrasto contro la SARS.

La bottiglia dell’olio EVO è diventata oggetto di regali e di interesse. La varietà degli oli EVO italiani non ha paragoni al mondo. L’ unicità delle tantissime cultivar danno prodotti ineguagliabili. Dalla Liguria si va in Lombardia con i delicati oli di lago, Como e Garda.

Attualmente sono in voga gli oli istriani che evidenziano note di mela e pomodoro. In Emilia Romagna c’è stata una rinascita della coltivazione degli ulivi e sui Colli Bolognesi troviamo alcune varietà e due frantoi.

In Romagna il Brisighello ha consolidato la sua fama. Toscana e Umbria in Centro Italia propongono oli EVO eccellenti.

La Puglia è la regione che copre il 70 % della produzione olivicola nazionale. E purtroppo è anche la più colpita dalla famigerata Xilella.

In Sicilia troviamo oli profumati e gustosi. In aumento la produzione dell’olio EVO biologico che ha una forte richiesta da parte dei paesi dell’Europa del Nord e della Cina.

Si deve prestare molta attenzione per poter conservare bene l’olio. Non lo si deve tenere alla luce e vicino a fonti di calore. Purtroppo può capitare in un locale di trovare in tavola olio esausto o rancido.

La legge consente di proporlo perché la scadenza indicata in etichetta è di 18 mesi. Spesso i clienti non si accorgono che l’olio ha difetti e può rovinare un piatto. Alcuni forse troppi ristoratori non si preoccupano più di tanto di quale olio  acquistano da mettere in tavola. Si deve assolutamente diffondere la cultura dell’olio EVO italiano tra i ristoratori e i consumatori.

Umberto Faedi 


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Redazione

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