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L’inspiegabile silenzio delle Istituzioni alla illecita coltura del mais Ogm

Nonostante le numerose sentenze della Cassazione nelle quali si è ravvisato la sussistenza del reato di frode e/o truffa compiuta da chi nell’esercizio della propria attività semina mais Ogm, e malgrado l’ex Ministro alle politiche Agricole Catania abbia proposto alla Commissione Europea di mettere al bando la coltura del mais Ogm si sono scoperte stamane in quel del Friuli circa 6.000 metri quadri di mais Ogm che, come sappiamo, in Italia costituisce un reato poiché la coltura di tali  prodotti è estremamente dannosa per la salute poiché i prodotti ivi derivati sono ottenuti mediante l’aggiunta di sostanze chimiche durante il processo produttivo.

 

La notizia circolata in queste ore ha immediatamente destato scalpore e rabbia in tutto il settore enogastronomico italiano all’interno del quale spiccano i commenti molto aspri come quello del presidente della Slowfood Italia Roberto Burdese il quale ha dichiarato il suo rammarico e sconcerto per quanto sta accadendo nell’agricoltura italiana, sollecitando al tempo stesso l’intervento delle autorità locali che, da quanto si apprende, non sembrerebbero intenzionati a disporre indagini ed eventuali provvedimenti nei confronti degli agricoltori resisi autori di tale gesto, giudicando lo stesso come se fosse “del tutto normale””.

“Il comportamento scorretto di talune fasce di agricoltori, commenta Burdese, costituisce un episodio assolutamente spregevole per tutta l’agricoltura italiana, ma il dato ancor più grave è dovuto all’assoluto disinteresse da parte del Governo ed in particolare del Presidente della Regione Friuli il quale sembra non aver compreso la gravità del gesto predisponendo contestualmente la presenza di forze dell’ordine all’interno dei campi, così di fatto proteggendo i coltivatori, sempre che questi ultimi si possono definire tali ”.

Esterrefatto è anche il commento di Carlo Petrini, presidente Slowfood che considera tale episodio come “un gravissimo attacco che ad oggi beneficia del placet e del silenzio di coloro che, viceversa dovrebbero tutelare il patrimonio agricolo genuino italiano e che inspiegabilmente non turba il senso del dovere dei politici”.

Feroci attacchi alle Istituzioni provengono infine dalla direttrice del Centro Studi Slow Food Cinzia Scaffidi, la quale osserva come oggi il mondo della biodiversità è stato sconfitto dall’ignoranza e dall’ignavia, oltre che dall’incompetenza politica. E questa è la migliore delle ipotesi, perché il sospetto che sia stato sconfitto anche dalla volontà di lucro e dalla potenza delle grandi aziende sementiere è tutt’altro che peregrino. Stupisce che tutto ciò accada nel momento in cui sia la Regione che il Ministero dell’Ambiente sono affidati a esponenti di un partito che dichiara di avere valori antitetici a quelli delle multinazionali dei semi e degli Ogm”.

Egnews Vi terrà naturalmente informati circa eventuali risposte provenienti dal Governo e, in generale, dalle Istituzioni riguardo tale episodio.

Francesco Vaglio

f.vaglio@egnews.it



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