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L’ Emilia Romagna in prima linea contro la cimice asiatica

L' Emilia Romagna si conferma all'avanguardia nel contrasto al pernicioso insetto

L’ Emilia Romagna si conferma all’avanguardia nel contrasto al pernicioso insetto. I risultati della indagine agroecosistemica condotta in tutto il territorio regionale evidenziano buoni risultati.

L’ Emilia Romagna è il territorio che ha subito i danni maggiori alle colture causati dalla cimice asiatica.

Tutte le tipologie di frutta quali pere, mele, albicocche, pesche, ciliege e anche agrumi, olivi e piante di pomodoro sono le vittime della cimice.

Nel 2019 i danni hanno raggiunto la cifra di 300 milioni di euro e proprio per questo la Regione ha deciso di intraprendere la lotta contro la cimice diffondendo la vespa samurai.

Il programma di lotta biologica è stato autorizzato dopo una troppo lunga e gravosa procedura burocratica. Il MIPAAF aveva autorizzato una fase di controllo pre e post rilascio della vespa samurai omogenea in tutte le regioni del Nord.

L’ Emilia Romagna ha fatto ben di più allestendo 300 punti di rilascio attraverso un progetto sanitario regionale. Il piano è stato coordinato dal CRPV – Centro di Ricerche e Produzioni Vegetali di Faenza con la partecipazione dei consorzi fitosanitari e delle Università di Bologna, Modena e Reggio Emilia.

I dati raccolti confermano il successo della strada intrapresa. C’è un insetto nostrano che affianca naturalmente la vespa samurai nella lotta contro la cimice. Si chiama Anastatus Bifasciatus ed è un imenottero simile a una grossa formica.

Il suo modo di agire contro la cimice non interferisce con le vespe asiatiche. C’è un’altra vespa nipponica che si è affiancata alla samurai nella battaglia contro la cimice: si chiama Trissolcus Japonicus. Le vespe samurai sono state introdotte in Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e nelle province autonome di Trento e Bolzano.

Umberto Faedi 


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Umberto Faedi

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