Stile e Società

“Indiefri”, misterioso nome

Da alcuni mesi è arrivato sulle scene web un esclusivo portale di vendita di prodotti enogastronomici e artigianali del Friuli Venezia Giulia, dove vengono proposti prodotti di “nicchia” non nel senso di riservati ad un élite di classe, bensì ad un’élite di intenditori, prodotti nascosti alla massa e trovati solo se cercati nel luogo di produzione.

“Indiefri”, nome che potrebbe sembrare esotico, è invece una crasi tra “Indipendenti-e-Friuli”, con l’ambiguità della pronuncia “fri” che potrebbe anche indicare l’aggettivo “free”, libero, in lingua inglese. Non ci si sbaglierebbe di molto, infatti, quelli in vendita nel sistema “e-commerce” non sono spartiti nella grande distribuzione organizzata, da cui sono svincolati. Anzi, si possono acquistare esclusivamente presso le stesse aziende, le quali – per la maggior parte – non hanno neppure un loro sito web.

“Indiefri” si fa intermediario, lancia al grande pubblico la possibilità di scoprire nicchie di gran pregio, facilitando l’incontro diretto tra il consumatore e il produttore, per dare visibilità e valorizzare esperienze e uomini legati al territorio, depositari di antiche conoscenze e tradizioni.  “Missione” dichiarata: «Prima ancora di essere un portale vorremmo essere un movimento di azioni e di pensieri».
«Non proponiamo semplici prodotti ma una filiera di valori», si afferma, «scegliendo agricoltori e realtà rispettosi del territorio, sensibili all’ambiente, a ridurre gli sprechi, a gestire in modo consapevole le risorse». In effetti, molti di essi seguono metodi biologici o biodinamici, tutti “EcoFriendly”, senza additivazioni chimiche.

Le aziende sono delle “Border Farms”, organizzate a livello familiare, situate per lo più in zone montane o svantaggiate e distanti dai tradizionali distretti produttivi industriali nonché, e non è poco, da aree a forte inquinamento e degrado ambientale.

Nel sito www.indiefri.it vengono presentate dettagliate schede per ogni realtà produttiva, gastronomia, artigianato, erboristeria e altro.

Nella gamma delle proposte di vini siamo rimasti colpiti dalle varietà di vitigni autoctoni tipicamente friulani, come Piculit Neri, lo Sciaglin, il Forgiarin, l’Ucelut, della piccola azienda agricola La Concha, una decina di ettari nello spilimberghese, e pure affascinati dall’estro artistico delle loro etichette.

Non si può non segnalare il “Succo d’uva” della Corte dei Molini, bevanda dissetante, energetica e ricca di vitamine, ricavata dalla spremitura di uve accuratamente scelte e ben mature. Il mosto, mediante la decantazione a freddo, viene pastorizzato senza l’aggiunta di anidride solforosa e altri conservanti.
La Corte dei Molini di Faedis presenta anche i suoi vini aromatizzati, di recente sperimentazione svolta con la collaborazione del farmacista erborista Fornasaro, nome noto in Friuli, il Chine Ros e il Chine Blanc, con miscele di china ed erbe officinali selezionate, raccolte in campo. La vinificazione è naturale con i lieviti della buccia; il rosso ricavato dal Refosco di Faedis e il bianco dal Verduzzo maturano rispettivamente per tre e due anni in botti di legno.

Maura Sacher


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