Tribuna

Incontri di affari a tavola – 4 parte, chi paga il conto quando le parti si incontrano per una trattativa

Di norma, salda il conto delle consumazioni la parte propositrice di un incontro, come quando invitiamo un amico a bere un caffè, invero, nei rapporti d’affari ciò non è sempre scontato, entrando in gioco diverse variabili, per esempio le circostanze che inducono a ritrovarsi in un ambiente diverso da quello di un ufficio, i contesti in cui si formano le ragioni di tale incontro personalizzato, o persino il mandato ricevuto da un eventuale organo superiore.

In linea di massima vale il principio del “maggior interesse” in causa, per cui, indipendentemente da chi prende l’iniziativa dell’approccio in ambiente “ricreativo”, dovrebbe sobbarcarsi l’onere del conto la parte che mira a trarre un vantaggio nella trattativa.
Almeno dovrebbe fare il bel gesto, pur senza insistere o litigare, scambiando le consuete frasi di cortesia spesso falsamente sincere.
Il secondo principio è che saldare il conto spetta alla persona più ragguardevole, o la maggiore in grado, e vale soprattutto qualora le parti che si approcciano siano rappresentanti di aziende, senza che ciò faccia sentire alcun interlocutore in imbarazzo.

Forse potrebbe sembrare un frangente complicato la presenza di una donna tra le due parti professionali. Nonostante debba essere chiaro che la parità tra i sessi vale *solo* nell’ambito lavorativo per cui non c’è nulla di male se la parte femminile salda il conto, tanto verrà scaricato sulle casse aziendali, la parte maschile potrebbe essere tentata, almeno tra le generazioni di una certa età anagrafica, per galanteria a offrirsi per il pagamento. Ebbene, qui, fatti salvi i due princìpi sopra eenunciati, deve intervenire il buon senso, o il senso pratico, più che la Business Etiquette, e soprattutto la rapidità di chi esibisce per primo al cameriere la carta di credito, o meglio i pregressi accordi con il gestore del locale.

Qualora le parti siano persone di pari livello che mirino ad un accordo di collaborazione, qualunque sia stata la propositrice dell’appuntamento o l’organizzatrice del luogo dell’incontro, in ristorante o pizzeria, trattoria tipica o snackbar, la Business Etiquette riconosce la possibilità di accordarsi, indipendentemente da ciò che è stato consumato da ciascuno, che il conto totale venga diviso a metà, non “alla romana” nel senso della ripartizione in misura delle vivande consumate, ossia “ognuno per sé”, già un passo sbagliato in un rapporto che dovrebbe ambire a “condividere” degli interessi.

Per altro, questo criterio di suddividere il conto tra tutte le parti in causa è, ahimè, una moderna tendenza di alcuni spregiudicati professionisti di giovane generazione, privi di cognizioni di base della Etichetta nei rapporti dentro il mondo della Business Society. O forse solamente perché le aziende rimborsano le fatture con eccessivo ritardo e, giovane o no, nessuno ha piacere di restare esposto con il proprio portafoglio per la bella faccia dei suoi grandi capi.

donna Maura


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