Dopo dieci anni, tante cose vengono date più che scontate, talmente inculcata è l’accettazione del fatto, e così è per il “Versus” aggiunto a “Soave” fin dal lontano 2004.
Dato per scontato, fin che una persona curiosa non si pone la domanda: quale è il significato di questo “versus”? Mi sono data delle risposte, saltando di fantasia come in un gioco di parole, per capire cosa nasconde la sciarada.
Per chi ha studiato latino, versus è un sostantivo che si traduce con ‘solco, linea’, derivato dal verbo “vertere”, voltare, rigirare, dare una direzione. Nella mia prima interpretazione, la parola collegata al Soave mi ha fatto intravedere che nel grande progetto di sviluppo delle potenzialità del vino Soave, con le più svariate caratteristiche territoriali, di vinificazione e di identità, ma unica base la straordinaria Garganica, il Consorzio persegue il proprio piano secondo le grandi linee del Disciplinare, al di fuori del quale non c’è soggettivismo che tenga.
Ma versus è anche aggettivo, come si dice del verso posteriore di una pagina o moneta, mentre la faccia principale si dice “rectus”. Quindi, versus come il ‘rovescio’, oppure ‘all’indietro’, magari accostamento scelto nel senso di voler riflettere di anno in anno, tutti assieme su sé stessi, sulle potenzialità di ogni cantina, di ogni azienda, di ogni coltivatore, per far risaltare lo Stile che il Soave deve far trasparire al mondo e i valori che può comunicare, evitando errori e cercando l’affinamento della comunicazione.
Versus è anche avverbio, indica ‘verso di una direzione’, verso un ‘dove’, significativo di una meta. Stante che il Consorzio di tutela del vino Soave ha iniziato un percorso con tale binomio ben dieci anni orsono, con il meglio delle cantine associate e le loro pregiate referenze, mettendo in piedi non solo degustazioni ma via via arricchendo l’evento di manifestazioni collaterali continuamente più varie e mirate alla divulgazione della cultura del vino, l’asticella del traguardo sembra sempre più alta, un traguardo in crescita, in un progetto di qualità senza un limite. Se i risultati sono quelli che abbiamo constatato, auguriamo al Consorzio di non toccare l’ultimo grado.
Alla fine, versus è usato come “contro”, banalmente pensando alla terminologia giuridica, in cui una parte viene contrapposta ad un’altra. E pertanto mi sono domandata ‘contro chi o cosa’.
Ebbene, a conclusione delle effervescenti giornate di Verona, è stato proprio Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio di Tutela Vini Soave, a darmi la soluzione. Mi ha messo in mano la brossura stampata per l’evento “Soave VS Versus” 2015 e mi ha detto «è scritto qui, non hai letto?».
Infatti è scritto: «il Soave oggi può vincere nuove sfide contro (VERSUS) luoghi comuni che ancora una volta accompagnano la corretta percezione di questo vino». E ha sottolineato che è proprio contro i pregiudizi o i pareri come quelli che avevo appena espresso, ossia di un vino bianco che come etichetta, generica, non è molto valutato dalla gran massa dei consumatori.
E ci siamo dati reciprocamente ragione, perché la Garganega deve essere maggiormente valorizzata, dal momento che questo vitigno antico ed autoctono è molto amato dai suoi coltivatori e non li ha mai traditi.
Grazie Consorzio del Soave, per avermi fatto conoscere l’uva Garganega, con cui ho avuto amore a prima vista, e per avermi dato modo in questi anni di approfondire la sua versatilità.
Maura Sacher
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