Stile e Società

Il riciclo dei regali di Natale

C’era da aspettarselo, non sono nemmeno passate le due Festività congiunte che già i portali dedicati al compro-vendo on-line, e nello specifico al riciclo degli oggetti, hanno inserito decine di annunci, in Italia come all’estero, per liberarsi di una strenna non apprezzata.

Il fenomeno, che da noi ha preso piede prima sommessamente, ora dilaga con la sfacciataggine di essere “di moda”, “trendy”, facendo, quindi, sentire sciocchi e retrò coloro che criticano o non si adeguano restando ancorati sul “non sta bene”, “non è di buon gusto”.

È vero, non nascondiamo che è sempre esistita la tentazione di dar via un regalo che non ci è piaciuto, sia si trattasse di oggetti personali sia di cianfrusaglie per la casa, ma vigeva sempre la regola che “a caval donato non si guarda in bocca” e si doveva accettare, con buon viso, qualunque cosa ci venisse donata, perché era stata pensate per noi e donata col cuore.
donare un regalo
Era una regola di bon ton. Rispettata anche qualora il donante avesse detto “Se non ti piace, lo puoi cambiare”. Già il problema era duplice: prima di tutto ammettere che il dono non entrava nei propri gradimenti e che quella persona aveva proprio sbagliato in pieno, deludendola, e dall’altro farci dare lo scontrino del negozio, scoprendo il prezzo dell’oggetto, altra cosa di indubbio cattivo gusto.

La soluzione sembrava facile, pur quasi con mille scrupoli, misti ad un senso di vergogna: aspettare un paio d’anni, tanto che il donatore si dimenticasse dell’oggetto donato, e poi girarlo a propria volta alla donna di servizio o alla vicina di casa, o portarlo alla pesca di beneficenza della parrocchia, liberandosene senza clamore.
Bisogna solo avere cura di riciclarlo tra le conoscenze e amicizie nel timore di rifilarlo allo stesso donatore.
VIGNETTA DEL GAVA
Fare un dono e riceverne uno con la consapevolezza che è stato scelto con affetto per quella determinata persona dovrebbe fare bene al cuore, in una società così avara di altruismo.

Certo, le cose frivole sanno tanto di un regalo tanto per fare, e i nostri armadi, di persone avanti con tanti Natali, ne sono pieni.
Le nuove generazioni sono più pratiche, si disfano di un regalo che non serve senza pensarci troppo e hanno uno strumento impareggiabile: Internet.

Ecco che, anche con la scusa del doppione, finiscono in rete capi di abbigliamento, magari tra i più assurdi, ma si spera non il maglione della nonna con tanto di ricamo a fiocco di neve o la sciarpona della zia di un colore indecifrabile, tanti piccoli elettrodomestici e altri prodotti tecnologici, statuine, bicchieroni, tazzine o tazzone, e una miriade di giocattolini per bambini (forse perché privi il marchio di qualità), insomma tanta roba non desiderata. Con il vantaggio che se ne ricava pure un beneficio economico.

Persino la Coldiretti se ne è interessata, ho appena letto un articolo in merito dove prevede che almeno un terzo degli italiani sta pensando e provvedendo a riciclare le strenne natalizie.

L’inconveniente delle offerte via Internet, però, a pensarci, è nel rischio che si incontrino donatore e donante a liquidare i regali scambiati. E allora sì, che brutte figure.

Maura Sacher


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